Tesco varia l’offerta in funzione del livello di reddito

Per via di risultati 2011 non proprio eclatanti, Tesco, sta considerando varie soluzioni per porre rimedio alla situazione.
Qui si colloca questa strategia. Da quello che è dato capire, questo vuol dire che Tesco non sta cercando di implementare un pricing diverso in funzione del quartiere in cui si trova il pdv, ma vuole cambiare offerta e segnaletica. Gli shopper delle aree più povere vedrebbero dunque negli scaffali i prodotti della linea Tesco Value, mentre quelli che vivono nelle aree più ricche, vedrebbero promozioni riguardanti prodotti di fascia più alta, come quelli della linea Tesco Finest. In questo modo, che suona appunto più come una specializzazione dell'assortimento che un vero e proprio nuovo pricing, però si aiuterebbe l'insegna a competere meglio da un lato con i supermercati a basso livello di prezzo nelle zone meno abbienti dove dominano Aldi, Lidl e Iceland, e dall'altro in quelle benestanti con clienti abituati a Waitrose
e Sainsbury.

Non è una strategia di vero doppio pricing
Tesco già declina la sua offerta in funzione delle ricerche demografiche e abitudini di acquisto dei
suoi clienti, soprattutto sulla scorta delle informazioni
raccolte attraverso la propria fidelity card Clubcard (talmente ricca di dati che anche il governo aveva chiesto di usarla: leggi notizia). La nuova strategia
di prezzi (fonte The Grocer) però mirerebbe ad andare oltre queste tecniche basando le
promozioni e gli sconti sui redditi delle famiglie che vivono vicino i
suoi negozi. Nel contempo però, il retailer ha dichiarato che non vorrebbe impiegare una strategia
"doppio prezzo", dove il prezzo delle merci, escluso
promozioni, varia a seconda della posizione geografica nel Regno Unito del pdv. Ciò significa che i prodotti più diffusi di consumo quotidiano e comuni a tutte le fasce di reddito dovrebbero avere lo stesso prezzo in tutti i negozi
Tesco.

Inizialmente 300 negozi
La strategia, destinata a coinvolgere inizialmente 300 negozi (100 negozi nelle aree più povere e fino a 200 negozi in quelle
più ricche) è sotto la supervisione del Ceo Tesco UK Richard Brasher -cioè la persona che è anche dietro la campagna Price Big Tesco Drop- e arriva dopo le deludenti vendite di Natale e il crollo dei prezzi delle azioni. In effetti secondo i dati forniti da Tesco la campagna non è riuscita ad attirare i clienti, causando un calo del 2,3% nel Regno Unito a perimetro costante nelle sei settimane di vendita concluse al 7 gennaio, esclusi i carburanti.

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