Venchi riapre i negozi ma non vende i gelati

L’attività riprende in vista della Pasqua, ma solo negli store identificati dal codice Ateco idoneo per proseguire l’attività come categoria alimentari. Il personale opererà su base volontaria

Venchi riapre i battenti di alcuni dei propri negozi, solo quelli identificati dal codice Ateco idoneo per proseguire l’attività come categoria alimentari, per permettere l’acquisto di prodotti in vista della Pasqua. In diverse città italiane (Bologna, Firenze, Milano, Padova, Roma, Siena, Venezia, Vicenza), infatti, l’attività riprende venerdì 3 aprile. Date le attuali restrizioni viene esclusa la somministrazione al pubblico e pertanto non ci sarà la produzione e vendita di gelati, attività importante per il giro d’affari del retail a marchio Venchi, in grado di generare la metà degli introiti.

L’attività, chiusa dopo l’inizio dell’emergenza Covid-19 per la sicurezza dei dipendenti, riapre nel rispetto di tutte le norme di sicurezza e il personale opererà su base volontaria.

L’azienda piemontese ha deciso di sciogliere le riserve per celebrare degnamente la ricorrenza pasquale e ha inoltre confermato il piano di apertura proprio laddove tutto ebbe inizio: a Wuhan, nella provincia di Hubei. “Avremmo dovuto inaugurare lo store a giugno secondo programma -spiega il ceo di Venchi, Daniele Ferrero- ma poi il centro commerciale che doveva ospitare il nostro negozio ha avuto comprensibili ritardi di costruzione. Ci hanno chiesto se vogliamo rispettare il contratto e noi abbiamo risposto di sì. Per dicembre dovremmo riuscire a tagliare il nastro.”

Oltre a Wuhan, Venchi continuerà ad aprire nuovi negozi a cominciare da Bologna, dove cessata l’emergenza verrà avviato il quarto locale in via Indipendenza. A Milano, invece, riapre lo store di via Dante, l’ultimo inaugurato prima della serrata. All’estero, il 5 marzo è stato aperto il secondo negozio di Tokyo. In Cina, Hubei a parte, sono previste sei aperture tra giugno e luglio. Slitterà un po’ il taglio del nastro dello shop in shop previsto da Harrods a Londra, così come sono sospesi i due progetti legati a New York.

La previsione per la chiusura del 2020 mette in conto un calo del 30%, magari in parte mitigato dalla crescita incorporata in atto prima dell’emergenza. Venchi aveva chiuso il 2019 con circa 100 milioni di ricavi, in crescita del 10%, generati per la maggior parte con i propri negozi e per il resto da vendite a terzi. L’Italia rappresenta il 65% del business. Molti dei negozi Venchi si trovano in località turistiche, e la grande incognita della ripartenza è proprio legata al turismo, che verosimilmente stenterà a riprendere quota.

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