Barilla e Coop, dopo la guerra dei Trent’anni, la pace tocca ai giovani

Le nuove generazioni ci salveranno. O meglio, potranno dare una nuova prospettiva ai rapporti tra Idm e Gdo, oggi incattiviti  dall'acredine accumulata in una lunga stagione di battaglie. Il grido lanciato da Guido Barilla, presidente di Barilla, verso un ricambio generazionale come unica strada plausibile per porre fino al conflitto trentennale che “insanguina” il mercato del largo consumo in Italia, viene al termine del confronto, duro e spigoloso ma franco, con Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia. Un ping pong acceso, tra metafore belliche, accuse di “personalizzazione” del conflitto, ma anche denso di spunti e di prospettive su come cambierà il modo di fare business di industria e distribuzione dopo il ciclone crisi economica.

Modelli nuovi per la marca
I due principali attori dei rispettivi mercati, pur marcando le reciproche differenze, hanno cercato di delineare il loro percorso evolutivo tra calo dei consumi, flessione dei margini e rincorsa a un consumatore sempre più sfuggente e infedele.
“La marca -dichiara Barilla- dovrà trovare modelli nuovi, riconcepirsi, riflettere in profondità sul suo ruolo, in un mercato sempre più incentrato sul dialogo col consumatore”. Un dialogo che, secondo Tassinari, dovrà uscire dalla logica del prezzo più basso a ogni costo. “Sgombriamo il campo dagli equivoci -spiega-, in Italia è in atto una guerra dei prezzi e lo scenario nazionale, così come sta avvenendo in Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, rischia di ripercuotersi sull'offerta, con una riduzione drammatica. Credo che la distribuzione debba dare un contributo valoriale forte al mercato e proprio su questo auspichiamo che ci sia una convergenza con la marca”.
Il rapporto con il mondo agricolo
Altro nervo scoperto il rapporto con il mondo agricolo: “Rifiutiamo -prosegue Barilla- il tentativo di deposizionamento in atto da alcune parti del settore primario, secondo cui un'azienda di marca debba essere un'antagonista. Compriamo e trasformiamo grano da 150 anni, non accettiamo critiche populiste e strumentali”. Esplicito il riferimento a Coldiretti, ai suoi farmer's market e al km 0. “Dobbiamo ritornare insieme a fare progetti sulle eccellenze dell'agricoltura italiana -conclude Tassinari- con trasparenza e collaborazione per generare valore per le imprese e per l'Italia”.

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