Casse lente negli store dei retailer europei

In vari Paesi europei alcuni retailer hanno disposto nei propri punti di vendita le casse lente, dove poter sostare e chiacchierare

In un'epoca frenetica in cui la velocità sembra essere il requisito essenziale, c'è chi va contro corrente adottando soluzioni per godere dei tempi lenti. In vari Paesi europei alcuni retailer hanno disposto nei propri punti di vendita le casse lente, dove poter sostare, chiacchierare con cassieri e consumatori in fila, prendersi qualche attimo in più per contare soldi o chiedere informazioni sui prezzi o sui prodotti acquistati.
Il manager Marco Bonini, in un post su Linkedin, ha sottolineato alcune esperienze significative tra cui quella sviluppata dalla catena di supermercati olandesi Albert Heijn, raccontata in questo articolo.

L'esperienza olandese fa seguito a quella sviluppata da Jumbo in Olanda. Le file relax si stanno gradualmente sviluppando anche in catene europee come Sainsbury's e Tesco. Il manager cita uno studio dell'Active Ageing Silver Marketing lab della Bocconi secondo cui i consumatori over 65 si aspettano di trovare nei supermercati non solo prodotti convenienti, ma anche servizi di scontistica dedicata come per esempio il giorno per la spesa del pensionato. Ma quel che più si evidenzia è la necessità di avere spazi di aggregazione e relax.
In realtà, la scelta delle casse lente non si indirizza esclusivamente a un pubblico over 65 ma a un target eterogeneo che ricerca nella lentezza della spesa la possibilità di spazi di comunicazione.
Il cliente, quindi, viene posto al centro dell'interesse e il supermercato visto anche come luogo di dialogo e condivisione. Una soluzione, questa, che permette anche agli addetti del punto di vendita di poter gestire il proprio lavoro con ritmi meno sostenuti e più rilassati e rilassanti.

La catena Jumbo, su questa decisione, sottolinea la volontà di rendere la spesa “un momento piacevole” dove il contatto umano viene posto in primo piano. Nelle intenzioni dei distributori europei si tratta di un vero e proprio scambio sociale da valorizzare. E chissà che questa tendenza non arrivi anche nel nostro Paese.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome