Caviro punta su una logistica automatizzata e innovativa come leva economica

Più efficienza grazie alla centralizzazione, sicurezza produttiva, tracciabilità, maggiore flessibilità e velocità di gestione, minore impatto ambientale grazie alla riduzione della movimentazione di mezzi pesanti dalle piattaforme esterne. Caviro investe nella logistica di precisione: a Forlì, nella cantina più grande d’Italia (ogni anno produce 150 milioni referenze in brick, 4 milioni di bag in box e 69 milioni di bottiglie, con 30 mila pallet di prodotti finiti in uscita al mese), ha inaugurato un nuovo avveniristico magazzino che automatizza la fase di trasporto del packaging alle linee di confezionamento. Un investimento da 11 milioni di euro. Con una capienza di 10 mila posti pallet, circa il 50% per lo stoccaggio di materiali sussidiari (capsule, carta, etichette e tappi) e l’altro prodotto finito, il magazzino forlivese si estende per 2.600 metri quadrati, con una scaffalatura autoportante alta 28 metri. Dispone di 4 trasloelevatori, 3 navette Lgv (Laser Guided Vehicles) in/out da magazzino (delle 14 in dotazione) e può gestire 5 tipologie diverse di pallet per 200 l’ora movimentati. Comprende poi 4 trasloelevatori su un impianto in multiprofondità e 7 automotori che movimentano i pallet interni.

Il materiale sussidiario stoccato, tramite navette Lgv, è destinato ad alimentare direttamente le linee produttive di brick, bag in box e vetro, mentre la digitalizzazione delle informazioni e la standardizzazione dei pallet di imballi primari e secondari sono per una gestione uniforme dell’inbound. Il nuovo magazzino si aggiunge alle due aree di stoccaggio automatiche realizzate nel 2001 e nel 2017, portando così la capacità complessiva a circa 30 mila posti pallet. “Ė stato ultimato in 12 mesi, un successo di organizzazione interna -racconta il direttore generale del Gruppo Caviro Giampaolo Bassetti-. È il progetto più interdisciplinare che abbiamo svolto fino a oggi, coinvolgendo supply chain, produzione, logistica. Con il controllo dei costi e la competitività otteniamo l’obiettivo di valorizzare la filiera. Non è solo stoccaggio ma anche intralogistica moderna: le navette Lgv uniranno il magazzino alla produzione in maniera automatizzata. Da ora siamo in grado di trasferire da magazzino a punti di utilizzo direttamente con Lgv anche il materiale di pack. Aver centralizzato è un enorme vantaggio di logistica interna -precisa-. Il packaging era per noi distribuito in tre punti diversi. Il mondo del packaging poi non è standardizzato. Standardizzazione vuol dire regolare bene i mezzi in ingresso, pianificazione degli arrivi, organizzazione dei flussi, includendo i fornitori. Per noi -sottolinea- è un salto di automazione molto alto. Significa ottimizzare i processi. Abbiamo fatto calcolare che la distanza percorsa dalle merci dal loro arrivo all’interno dello stabilimento è di 350 km al giorno”.  L’impatto è poi anche sulla manodopera, con meno rischi per il personale. “L’automazione richiede professionalità, formazione, eleva il livello medio della competenza, aumenta la sicurezza sul lavoro e migliora le emissioni di CO2”.

11 milioni di investimento di Caviro

L’investimento di Caviro è in realtà superiore, complessivamente oltre i 30 milioni, e riguarda più ambiti, non solo l’automazione. E rientra nel Piano Nazionale Industria 4.0-Contratto di Sviluppo con il progetto regionale Legami di Vite cui hanno partecipato Gruppo Caviro, Terre Cevico, Cantine Riunite & Civ, Agrintesa, Cantina di Carpi e Sorbara, Le Romagnole, Medici Ermete. Riunisce, per esempio, progetti relativi all’aumento di capacità di stoccaggio dei propri siti, miglioramento delle linee, efficientamento energetico, piani per la realizzazione di nuovi depuratori. Caviro Extra è stata nominata capofila perché ha il compito di far rientrare gli investimenti in un contesto di economia circolare con il ritiro dei sottoprodotti delle cantine e la loro valorizzazione (Caviro Extra investirà soprattutto nel potenziamento degli impianti delle business unit alcol). “Legami di vite è una grande idea che nasce tre anni fa, un progetto territoriale legato all’Emilia-Romagna, cooperativo, e legato alla sostenibilità -ha raccontato il presidente Carlo Dalmonte-. Prevede investimenti per circa 90 milioni per la filiera, di cui oltre 30 saranno quelli finanziati da fondi regionali comunitari. Il fatto di mettere insieme le energie di player che nella realtà quotidiana sono concorrenti è un’idea molto cooperativa”.

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