Cibus: il vending diventa alleato della grande distribuzione

Il vending oggi non si limita a fornire prodotti fast consumption all'utente on the move ma diviene un terminale interattivo, capace di intessere un rapporto più profondo con l'user.
“Oggi le vending machines -dichiara Lucio Pinetti, presidente di Confida, realtà che associa le aziende del settore- possono diventare per il retail come una sorta di iPod, un'interfaccia che modificherà in maniera permanente i rapporti con il cliente”.

Dati Confida

Nel 2011, secondo i dati Confida, il Belpaese ha visto oltre 6 miliardi di atti di acquisto suddivisi per oltre 2,5 milioni di vending machines. “La situazione -prosegue Paolo Andrigo di Accenture‑ è in continua evoluzione. Pensiamo al pranzo sempre più consumato al desk, alle occasioni on the move (263 acquisti l'anno in Italia, ndr) oppure all'installazione di vending machines nei grandi condomini, che possono soccorrere gli inquilini nei consumi emergenziali”. Le vending machines possono modificare l'atteggiamento dei retail nei confronti del cliente: divenire terminali touch capaci di illustrare iniziative promozionali, essere un deterrente per i furti pensando agli item più appetiti dai ladri, come lamette o batterie. Le vending machines possono permettere attività di marketing molto mirate ed evolute: pensiamo ai distributori di cosmetici nelle toilette delle discoteche e raccogliere, tramite un'interazione con i social network o l'e-mail, i dati degli utilizzatori.

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