#Coronavirus Amazon: stop in Italia e Francia a consegne beni non essenziali

A stretto giro dalle proteste di lavoratori e sindacati arriva la misura di freno per rispondere al picco di richieste mantenendo tuttavia la sicurezza

Aggiornamento al 23 marzo 2020

Un periodo complesso e turbolento anche per Amazon, quello della gestione losgistica (ed etica) del boom di richieste in tutti i Paesi coinvolti dall'emergenza sanitaria Covid-19. Sopo la questione dello sciacallaggio sui prezzi di beni "da coronavirus", l'annuncio di nuove assunzioni in Usa, ma anche le proteste dei lavoratori in Italia (si veda sotto), il colosso eCommerce annuncia sia nel nostro Paese che in Francia lo stop a consegne di prodotti non essenziali.

Mentre in altri territori, come gli Stati Uniti, si è parlato di privilegiare questo tipo di beni e rallentare le consegne degli altri (non senza causare una certa confusione generale) in questo caso si smette temporaneamente di accettare ordini su un'ampia serie di referenze. Una decisione che, come comunica l'azienda in una nota, deriva dalla necessità di garantire le corrette misure di sicurezza sul luogo di lavoro.

Aggiornamento al 17 marzo 2020

Mentre in Usa l'annuncio è di 100mila nuove assunzioni a tempo pieno e part-time per rispondere all'incremento della domanda, nonché di un investimento di 350 milioni di dollari per aumentare gli stipendi in diversi Paesi (Europa inclusa), a Piacenza i lavoratori del più importante polo italiano di Amazon sciopero.

I dipendenti del centro di distribuzione di Castel San Giovanni sono infatti in stop dal 16 marzo per protestare contro le misure di sicurezza prese a seguito dell'emergenza e ritenute insufficienti. A sostenerli i sindacati Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs Uil e Ugl terziario, che chiedono una dotazione di mascherine e la riorganizzazione del lavoro.

Parliamo di un totale di 1.500 collaboratori, ma non è ancora chiaro quanti di questi abbiano aderito. Sembra tuttavia che la questione si stia già estendendo ai magazzini di altre province italiane e agli stessi corrieri. Sda avrebbe ad esempio bloccato le spedizioni dirette nelle filiali di Torino, Brescia, Milano e molte altre aree del Nord.

LA RISPOSTA DI AMAZON
Dall'azienda, intanto, ci arriva una risposta:

“Il benessere dei nostri dipendenti, dei nostri fornitori e dei nostri clienti è al primo posto. Stiamo seguendo rigorosamente le indicazioni fornite dal Governo e dalle autorità sanitarie locali nell’implementare in tutti i siti le giuste misure per contenere l’emergenza sanitaria in corso. I nostri dipendenti stanno lavorando per consegnare ai clienti, molti dei quali non hanno altre alternative che la consegna a casa per ricevere ciò di cui hanno maggiore necessità. A partire da questa settimana stiamo inoltre dando la priorità alla ricezione e alla spedizione degli articoli di cui i nostri clienti hanno maggiormente bisogno in questo momento. Parliamo di prodotti come generi alimentari, prodotti per la salute e la cura personale, oggetti necessari per lavorare da casa, libri e giocattoli per bambini.

Le misure che abbiamo implementato nei nostri siti fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus prevedono:

  • maggiore frequenza delle sanificazioni e delle pulizie in tutti i siti.
  • comunicazione ai nostri dipendenti e ai dipendenti dei nostri fornitori delle misure indicate dal Ministero della Sanità per prevenire la diffusione del contagio, da quelle igienico sanitarie a come comportarsi nel caso non si sentissero bene.
  • specifiche precauzioni per preservare la distanza di 1 metro tra cui:
  • sospensione dei meeting a inizio e durante il turno laddove non è possibile mantenere la distanza interpersonale raccomandata;
  • redistribuzione delle sedie in mensa e nelle aree comuni in modo che si possano mantenere le distanze raccomandate;
  • sospensione e/o adeguamento delle attività che non rispettano le linee guida sulle distanze raccomandate;
  • revisione e regolamentazione di accesso/uscita del personale ai siti, agli spogliatoi, nei pressi delle timbratrici, dei tornelli e della reception;

Gli addetti alle consegne sono tenuti inoltre a mantenere una distanza precauzionale di almeno un metro dal cliente durante le consegne. Una volta raggiunto l'indirizzo di consegna, l'autista dovrà suonare o bussare alla porta, e lasciare il pacco a terra, arretrando di almeno un metro dalla porta mentre attende che il cliente ritiri il pacco. Per eliminare ogni tipo di contatto, non richiediamo inoltre la firma del cliente al momento della ricezione.

Continuiamo a monitorare attentamente questa situazione che è in continua evoluzione, lavorando a stretto contatto con le autorità sanitarie locali e nazionali per capire quali misure verranno applicate e prevenire i rischi. I nostri dipendenti vengono avvisati immediatamente su tutte le misure implementate.”

STOCCAGGIO E PRIORITA'
Negli Usa, nel frattempo, Amazon.com fa sapere anche che sta dando la priorità allo stoccaggio di beni di prima necessità e forniture mediche, così da velocizzare la risposta al boom di relative domande. Ne consegue che il colosso eCommerce, per il momento, specifica di non accettare spedizioni di prodotti non essenziali come televisori a schermo piatto e giocattoli.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome