Export ok, consumi da rilanciare

Le nuove sfide e le nuove opportunità per l’industria alimentare italiana sui mercati esteri e su quello interno; i rischi derivanti dagli allarmi e dagli allarmismi sulla sicurezza di filiera; la crisi dei consumi derivante dall’aumento delle materie prime sui mercati internazionali; e infine, come era inevitabile, anche l’agenda di priorità che il secondo settore manifatturiero italiano intende discutere con l’Esecutivo che sta per insediarsi. Tutto questo c’era nel discorso che il presidente Gian Domenico Auricchio ha tenuto ieri nel corso dell’assemblea pubblica di Federalimentare.

Priorità: rilancio dei consumi
Rilanciare i consumi interni è per Auricchio una priorità assoluta. I risultati dell’export nel 2007 sono stati premianti per il nostro sistema: una crescita dell’8% che ha fatto seguito al +9% dell’anno precedente e che risulta una delle migliori performance di sempre, anche se il dato risente della rivalutazione dell’euro. Ma il mercato italiano, ha rilevato Auricchio, “ ha registrato una stanchezza senza precedenti: la contrazione delle vendite dei beni di largo consumo sta a dimostrare che ci troviamo di fronte a una crisi orizzontale della capacità di acquisto”.
Né le cose potevano andare diversamente se si guarda al trend dei prezzi: l’alimentare ha interrotto una lunga serie di anni in cui aveva svolto una sorta di funzione calmieratrice nei panieri della spesa delle famiglie e ha doppiato i dati dell’inflazione, i prezzi al consumo sono infatti aumentati negli ultimi due mesi del 5% mentre quelli alla produzione, più immediatamente sensibili all’aumento delle materie prime, addirittura del 9,8%.
La forchetta tra i due dati e la scarsa possibilità di operare ulteriormente sui margini rende centrale, secondo Auricchio, trovare rapporti non conflittuali con la grande distribuzione, attraverso una “Camera delle buone pratiche contrattuali”.

Italia ai vertici mondiali
della sicurezza alimentare

Per quanto invece riguarda lo scottante tema della sicurezza alimentare, Auricchio ha ricordato che la produzione nazionale si pone ai vertici mondiali della sicurezza ed è un prerequisito, come dimostra anche l’ingente cifra di 3 miliardi di euro, ovvero il 2,5% del fatturato di settore, spesi ogni anno.
Infine proprio su questo tema partono le richieste al nuovo governo: dal dibattito sul federalismo, ha sottolineato Auricchio, non deve sparire l’esigenza di avere un’unica sicurezza alimentare e un’unica autorità preposta a livello nazionale, così come non avrebbe senso frammentare le attività di promozione all’estero. La delega conferita al governo per la realizzazione del nuovo “codice alimentare” è scaduta. Federalimentare auspica che il nuovo esecutivo porti a compimento le iniziative volte alla semplificazione e alla razionalizzazione normativa in materia alimentare.

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