Sul risultato nel 2012, pur di crescita, pesa comunque il prolungamento della recessione globale, che continua ad essere molto più acuta in Italia, dove Barilla realizza circa il 40% del proprio fatturato. Il continuo aumento del costo di alcune materie prime ha pesato sui margini dove si registra una diminuzione degli utili (l'Ebitda è pari a 433 milioni di euro valore che corrisponde a un -9,2% rispetto al 2011), anche perché come ha precisato Claudio Colzani Ad Barilla (in foto), che presentava i dati di bilancio: "Abbiamo preferito non trasferire l’incremento dei costi al consumatore che si presenta con una capacità d’acquisto ridimensionata per via di un reddito disponibile in calo". E tuttavia questo ridimensionamento ha portato infatti a una riduzione del 3% nei volumi di vendita nel nostro paese.
L'utile netto consolidato è diminuito anch'esso del 21,1%, posizionandosi a 60 milioni di euro, pari all'1,5% del fatturato.
Buon risultato delle riduzione del debito netto, un trend in atto da 7 anni, che si è attestato nel 2012 a 574 milioni di euro con un ratio che ora è un rassicurante 1,3 volte l'Ebitda.
Strategia al 2020
Colzani ha anche precisato un impegnativo obiettivo di lungo termine: "Il nostro obiettivo è di raddoppiare il fatturato entro il 2020, portando il primo piatto all’italiana in ogni angolo del mondo e rafforzando la nostra posizione di leadership nei prodotti da forno dove siamo già presenti con i nostri marchi."
Il raddoppio è ovviamente previsto al netto della vendita di Lieken non ritenuta più allineata agli obiettivi del gruppo che si sostanziano nelle due categorie pasta (anche piatti pronti) e prodotti da forno (Mulino Bianco). In questo caso il fatturato di partenza diviene circa 3,2 miliardi di euro per cui il raddoppio significa raggiungere nel 2020 i 6,4 miliardi di euro.
Come realizzare il raddoppio
In tre modi:
- investendo nelle aree mature (vedi Europa) al fine di aumentare la "dimensione della torta". In Italia, in particolare, contrastando la contrazione dei consumi che nel 2013 si dovrebbe attestare un po' al di sotto del 2%
- conquistando nelle aree geografiche emergenti America del sud (vedi Brasile), Asia (vedi Cina), Australia e Africa il ruolo di leader di mercato della pasta, agganciandosi all'emersione dei ceti medi locali che sono potenzialmente forti consumatori. L'obiettivo sarà raggiunto anche sviluppando al massimo il canale di vendita e-commerce.
- mediante acquisizioni nelle due categorie prescelte.
Il primo obiettivo va perseguito investendo in modo maniacale nella qualità dei prodotti e in un attento studio dei gusti locali in termini sia di pasta che di sughi pronti. Al termine del piano nel 2020 il peso del fatturato derivante dalla pasta sarà del 70% contro il 30% dei prodotti da forno.
Programmi 2013
"La più grande novità è che non aumentiamo i listini" ha detto Colzani ed ha poi aggiunto che, poiché come ha confermato il presidente Guido Barilla "La quotazione in Borsa è fuori dai nostri progetti", ha precisato che "Per poter disporre dei finanziamenti necessari al fine di sostenere i nostri piani non chiuderemo fabbriche, ma ridurremo i costi". Per l'Italia che pesa per un 40% sul fatturato, si punta su una comunicazione che possa aggiungere benefit al consumo della pasta congiunta ad una ricerca insistente della qualità, altrimenti non si riesce a creare valore. Nel 2013, il fatturato è previsto in crescita di qualche punto percentuale, con la spinta maggiore proveniente dall’incremento dei volumi nelle Americhe e in Asia.
Infine, nel complesso Italia + estero, pur tenendo presente le elevate potenzialità delle aree emergenti (vedi Brasile che attualmente conta però solo per il 4% sul fatturato) si tratta comunque di una strategia molto, molto ambiziosa. Alla fine riuscirà a vincere l'ottimismo della volontà che, come sempre prevale, quando si costruiscono le visioni aziendali?