Gs1 Indicod-Ecr: ipermercati in crisi sul non food

Se si guarda ai consumi degli italiani bisogna riportare indietro il calendario di cinque anni. È una delle evidenze più significative della decima edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy - Indicod-Ecr, l’associazione italiana non profit che raggruppa 35mila aziende industriali e distributive del settore dei beni di consumo. L’indagine è svolta in collaborazione con TradeLab, Symphony Iri e Gfk Eurisko.

Tendenze

Analizzando i trend dell’ultimo anno, i consumi delle famiglie sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto ai 12 mesi precedenti (+0,2% in termini reali), con una riduzione dei consumi alimentari, del trasporto e dell’abbigliamento. Una dinamica che si spiega sia con la progressiva perdita di potere d’acquisto sia con la maggiore propensione al risparmio delle famiglie. L’aumento limitato di consumi è però tutto dovuto alle spese per servizi obbligati. I mercati che hanno fatto registrare le dinamiche più negative sono: elettronica di consumo, edutainment, abbigliamento e calzature. Tra i mercati che hanno registrato una dinamica positiva, seppur limitata, bricolage e profumeria.

Canali

Dieci anni fa era opinione comune degli addetti ai lavori che lo sviluppo del canale ipermercato si sarebbe giocato tutto sul potenziamento del non food. Oggi si può dire che l’operazione è sostanzialmente fallita.
La crescita delle gss (che quasi sempre portano la loro concorrenza all’interno di centri commerciali che hanno come àncora un ipermercato) ha di fatto marginalizzato il ruolo delle grandi strutture alimentari. Si salvano solo, secondo i dati elaborati da Symphony Iri e Gfk Eurisko, solo i punti vendita che riescono a coniugare convenienza e profondità di assortimento nei prodotti tecnologicamente più semplici.

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