Inaugurato il primo Upim Pop, city mall dove tutto è possibile

Il Gruppo Coin prosegue a ritmi serrati il lavoro di conversione della catena Upim. Dei 149 store Upim rilevati lo scorso gennaio, 44 sono già stati convertiti in OVS Industry, mentre 8 in Coin e saranno circa 30 quelli che prenderanno l'insegna Upim Pop.
Per gli altri Upim, inclusi i circa 60 pdv in franchising (di cui forse qualcuno sceglierà la formula Upim Pop), il gruppo prevede un profondo restyling, ma senza la forza d'urto che caratterizza il concept del city shopping mall.

Il concept pop in the city

È un luogo No Target, un mall di città con un'offerta trasversale, dove si trova ogni oggetto del consumo quotidiano e non -dalla profumeria al fashion firmato al libro ai chiodi, fino alla merceria- in un ambiente dinamico e rassicurante.
“Upim Pop -spiega Stefano Beraldo, amministratore delegato del gruppo Coin- non si propone come restyling del classico store di Upim, bensì come concept assolutamente innovativo, creato grazie alla collaborazione di architetti e creativi italiani, che hanno dato vita a uno store con un'immagine forte, decisa, ricorrendo a inserti distintivi della cultura pop, e utilizzando linguaggi attuali, in sintonia con il consumatore di oggi, contemporaneo.”

L'assortimento

Nei 1.630 mq, strutturati su due livelli, trovano posto l'abbigliamento uomo, donna e bambino, accessori, elettronica, casa (con il rilancio del brand Croff), profumeria, sport, intimo, hobby.
La spina dorsale del nuovo store, però, sono gli shop in shop -da Euronics a Bagatt, a Libreria Mondadori (che in altri store è anche Feltrinelli), al fashion Desigual fino ai giocattoli Rocco, per citarne alcuni- con l'inserto dell'area food dei Fratelli La Bufala (format in altri pdv) e della Caffetteria Goppion.

Il bilancio Coin

"I risultati -aggiunge Berardo- sono positivi per tutte e tre le insegne, Coin, Ovs e Upim. Nel 2010 avremo un bilancio buono rispetto al budgete e nel 2011 potrà essere ancora migliore ".
Coin ha chiuso il passato esercizio con un utile netto di 44,3 milioni (+16%) su un fatturato di 1,257 miliardi.
Upim, nel 2009, registrava 430 milioni di ricavi, con un Ebitda negativo di 10 milioni e una perdita netta di 40 milioni.
"Il nostro obiettivo a fine 2010 -spiega Berardo- era di portare i negozi Upim, a livello di Ebitda, al breakeven o in utile per 10 milioni. L'attuale trend delle vendite ci consente di prevedere un Ebitda positivo superiore a 10 milioni, considerato che già oggi il budget è in positivo".

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