Parmalat: il Tribunale di Parma nomina commissario ad acta

La fonte iniziale è Reuters, poi ripresa da La Repubblica e oggi anche da Just Food. Nel suo dispositivo il tribunale precisa di avere il fondato sospetto che l'acquisizione sia stata "programmaticamente dannosa per Parmalat, in quanto scientemente volta all'imputazione in capo a quest'ultima di una perdita consistita nella maggiorazione del valore delle società acquisite rispetto a quello di mercato, al fine di consentire alla capogruppo (Lactalis) di far fronte alle scadenze più prossime nel tempo del prestito contratto" per l'opa della stessa Parmalat.
A criticare l'acquisizione americana erano stati i soci di minoranza del gruppo italiano.

Il Cda mantiene i suoi poteri
Il commissario, con incarichi ispettivi e di supervisione, è Angelo Maranesi docente all'università di Bologna. Suo compito è di verificare che il Cda, che rimane in carica, si "Adoperi in modo pieno e tempestivo per accertare eventuali indici rivelatori della non veridicità dei dati storici forniti e/o della non ragionevolezza dei risultati prospettici assunti nella due dilgence", stabilendo se il prezzo pagato per l'American Lactalis sia corretto e indicando inoltre eventuali interventi correttivi.

Entrata decisa nella stanza dei bottoni
Nel dispositivo il Tribunale ordina inoltre la sostituzione di Marco
Rebua
. Inoltre si ordina poi al
consigliere Antonio Sala di non partecipare alle riunioni del Cda e ai sindaci Alfredo Malguzzi e Roberto Cravero
di non partecipare alle sedute
del collegio sindacale sino alla prossima assemblea dei soci appositamente convocata per sostituirli.

Acquisizione contrastata
Secondo Just Food un portavoce di Parmalat oggi ha ribadito che la transazione è stata condotta in modo "trasparente". 
Lactalis acquistò l'83,3% di Parmalat nel 2011 per 3,4 miliardi di euro in seguito a una lunga trattativa osteggiata da alcuni imprenditori italiani che non volevano perdere un fiore all'occhiello del food italiano dopo il costoso risanamento condotto sotto la guida di Enrico Bondi.

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