Per ripartire, gli economisti consigliano di investire in infrastrutture

Dinamiche  e trend dell'economia globale  e italiana. Sono stati in sintesi gli argomenti trattati nella prima mattinata della tre giorni di conferenze de L'Incontro Nielsen 2009. A coordinare gl'interventi di alcuni accademici e di un manager il professor Roberto Ravazzoni dell'Università di Modena.
La kermesse è iniziata con le considerezioni di Andrea Boltho, Fellow Tutor in Economics de The Magdalene College of Oxford che ha paragonato l'attuale situazione congiunturale mondiale con due grandi crisi del passato: il New Deal e il crollo del sistema bancario scandinavo degli anni 90.

Ciclicità e cupidigia
“Cupidigia” è la parola chiave utilizzata da Boltho per spiegare le cause dell'estrema debolezza dei mercati internazionali e in particolare di quello americano e cupididigia è anche il cavallo su cui puntare per uscire dalla recessione. Infatti, il professore ha dimostrato come la fase di flessione odierna sia iniziata nel mercato immobiliare statunitense a causa della smodata concessione di mutui sub. Agevolazione  creditizia che, in concomitanza con gli sbalzi di prezzo di petrolio e materie prime, ha determinato la caduta dei titoli finanziari nelle borse di tutto il mondo: “Le crisi sono cicliche e durano mediamente un triennio -ha detto l'economista keynesiano-. Potrebbe andare anche peggio, ma le manovre fiscali di alcuni Paesi dimostrano una possibilità di ripresa”. In questo senso, non ha precedenti storici la politica economica della Cina che nel breve periodo ha deciso di investire  circa il 6% del suo pil per incentivare la crescita.

La situazione italiana
Focus sull'Italia per Francesco Daveri, professore ordinario del dipartimento  di economia dell'Università di Parma: “Purtroppo non è vero che in Italia la crisi sia inferiore rispetto quella di altri Stati -ha spiegato il docente-. Infatti, nel nostro Paese la contrazione del Pil rispetto all'anno scorso si attesta al -4,5% contro il -3% di media dell'area euro. Percentuale, quella dello stivale che ammonterebbe al -20% se proiettata a ritroso negli ultimi 15 anni:
“L'Italia è carente negli investimenti in tecnologia -ha detto Daveri-  elemento che ha , invece, garantito una netta ripresa del pil in Irlanda e Finlandia”.

Il web e le connessioni
Dello stesso avviso Kevin Bishop, Marketing & Communication Vice President Northeast Europe di IBM, durante il suo intervento ha stimato che entro il 2011 saranno 2 miliardi le persone con accesso al web: “Grazie a una rete di interconnessioni tra infrastrutture sempre più intense -ha detto Bishop- i dati a disposizione delle imprese possono essere impiegate per ottenere informazioni al fine di migliorare la vita delle persone”. L'innovazione  che invertirà le tendenze negative dell'economia globale.

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