Salame, vince il localismo

Crisi economica e attenzione alla dieta penalizzano anche se in maniera non drammatica il mercato dei salami a libero servizio. I dati forniti da Iri e relativi all’anno terminante ad agosto 2009 nelle strutture della gdo evidenziano vendite per quasi 1.600 tonnellate, con una diminuzione del 3,7% rispetto all’anno precedente; grazie alla dinamica dei prezzi, che sono cresciuti in linea con l’inflazione alimentare, i valori del mercato sono rimasti pressoché invariati, a 29,3 milioni di euro, con una marginale limatura rispetto ai 12 mesi precedenti. Non c‘è stata dunque quella caduta verticale della domanda che le prime notizie sulla pandemia di influenza che veniva definita “suina” facevano paventare. Resta trascurabile la quota delle marche private, confinate al 5,7% a volume e al 2,9% in valore anche se in termini relativi si registra una crescita a volume del 10,7% e a valore del 5,7%: bisogna infatti sottolineare come la forte incidenza del costo della materia prima non consente di tenere il prezzo basso se non a scapito della marginalità.

Segmentazione
Per quanto riguarda la canalizzazione, i supermercati rappresentano il 60,9% a volume e il 59,4% a valore, gli ipermercati il 28% a volume e il 27,4% a valore e, infine, le superette pesano per l’11% a volume e il 13,2% a valore. La tenuta del mercato farebbe pensare a una staticità che invece non si registra perché le performance di vendita delle varie tipologie sono estremamente variegate.
All’interno della categoria risultano, infatti, in netta diminuzione i salami cacciatore (-19% a valore) e tipo Milano (-22%). Al contrario segnalano in crescita i salamini snack (+1,5%) e il mercato comunque pare premiare le innovazioni di prodotto (salami a basso tenore di grasso o di pratico consumo).

Per saperne di più scarica il Pdf-white paper cliccando in alto

Allegati

Salame, vince il localismo
Mercato | Gdoweek 493 | 16 novembre 2009 |

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome