Ogni giorno 15 milioni di persone spendono 0,72 euro alla vending machine

Caffè, acqua minerale, snack, a tutte le ore e in ogni luogo: il servizio è in cima alla classifica del successo di un settore in costante crescita, che vale intorno ai 2,8 miliardi di euro. E questo grazie a un'utenza che negli ultimi 6 mesi, secondo l'indagine Censis per Confida e Venditalia, ha raggiunto i 15 milioni di persone, pari al 42% della popolazione italiana tra i 18 e i 64 anni, che ha acquistato alimenti e bevande dalle “macchinette” automatiche.

Servizio ed efficienza
L'indagine evidenzia anche che è ormai alle spalle lo stereotipo di "macchinetta mangiasoldi" da prendere a calci. Anzi, gli italiani valutano positivamente questo canale, apprezzandolo in primis per l'apertura 24 ore su 24, per 365 giorni all'anno (un punto di forza per l'87,3% degli utilizzatori), in secondo luogo per la pulizia e l'igiene (81,9%), poi per la qualità dei prodotti (76,8%), i tempi di erogazione (75,9%), la reperibilità nei luoghi frequentati abitualmente (75,4%), la varietà della scelta (73,9%), i sistemi di pagamento (72,2%), il non doversi relazionare con un commesso (64%) e, infine, la dimensione delle porzioni (59,7%).
Il 58% di quanti non se ne servono motiva la scelta con il fatto che semplicemente non è capitato di fruirne (per il 42,8% dei casi), con la preferenza per altri canali distributivi nel 31,6% dei casi, o perché non trova le macchinette nei luoghi frequentati (31,5%). La preclusione verso il canale si ha per il 28,2% dei non utilizzatori, che dichiara di non essere attratto dal distributore, dal 16,6% che ritiene di non trovare prodotti di interesse o di non fidarsi della qualità nel 10,9% dei casi.

Soprattutto al lavoro
Per quanto riguarda la frequenza d'uso, se ne serve quotidianamente il 25,3% di coloro che utilizzano il vending, mentre vi ricorre occasionalmente il 59,3% e, nell'ordine delle 2/3 volte alla settimana, il 15,4%. 
Il 41% degli utilizzatori vi ricorre sui luoghi di lavoro, il 31% nei luoghi di attesa, il 18,9% in quelli di studio, il 12,2% in quelli di transito, il 9,2% nei centri commerciali e il 5,6% nei luoghi dedicati allo svago.
Il giudizio di soddisfazione delle macchinette per la pausa caffè nei luoghi di lavoro è positivo per il 54,9% degli utilizzatori, più cauto il 21%, giudizio negativo per l'1% (solo il 22,9% non ha la disponibilità di distributori nel posto di lavoro).
L'analisi condotta dal Censis ha rilevato anche le positività connesse ai distributori nei luoghi di lavoro. Per il 32% contribuisce a creare un clima di lavoro più sereno e cordiale fra i colleghi, per 28,5% permette di acquistare prodotti a prezzi contenuti, per il 25,3% è sintomo di attenzione alle esigenze dei dipendenti da parte della direzione dell'ufficio, per il 14,2% è la varietà di scelta dei nuovi distributori l'asset da sottolineare.
Per quanto attiene l'impulso all'acquisto di prodotti dalle macchinette è "la voglia di un caffè" che regola la scelta per il 43,1% dei consumatori, seguita dal "saziare velocemente fame o sete" per il 31,4%. L'assenza di alternative vale per il 17,7% del campione, il risparmio insieme alla qualità della referenza è segnalato dall'11,4%, mentre "l'occasione per socializzare con amici e colleghi" dal 7,7%.

La spesa media
Se si osservano poi quanti consumano fuori casa pasti e bevande -e si tratta del 67% del campione- si trova che la spesa media sostenuta quotidianamente è di 5,27 euro, mentre per l'acquisto presso distributori automatici si spendono mediamente 0,72 centesimi. Al punto che un lieve innalzamento dei prezzi per il 41% è ininfluente nella scelta, mentre per il 21,5% un aumento è accettabile solo a fronte di prodotti di migliore qualità o per il 9,6% di una maggiore varietà nell'offerta. I prezzi sono, invece, valutati fin troppo elevati dal rimanente 27,9% del campione. Da segnalare, inoltre, che la quota di utenti che a causa della crisi ha ridotto i propri acquisti presso i distributori automatici è del 6,8% sul totale degli utilizzatori.

I desiderata
Come si è visto, è il caffè il prodotto che stimola maggiormente all'acquisto. Ma l'indagine del Censis rivela anche quali altri prodotti "meno convenzionali" sarebbero graditi e consumati regolarmente dagli italiani se fossero resi disponibili: caffè al ginseng e d'orzo (per il 18,7% degli utilizzatori abituali della distribuzione automatica), yogurt (12,1%), frutta o verdura (10,9%), prodotti a basso contenuto calorico (10,2%), prodotti del commercio equo e solidale (7,8%), prodotti biologici (7,6%), prodotti tipici regionali (6,2%) e infine piatti pronti (4,7%).
In termini di possibili sviluppi strategici, i consumatori utilizzatori segnalano alcuni indirizzi: per il 41,7% una variabile critica di successo è rappresentata dal proporre una maggiore qualità e varietà dei prodotti, il 20,3% apprezzerebbe un ambiente più confortevole dove consumare, il 17,5% auspica una maggiore diffusione dei distributori, il 10,6% sollecita migliori performance di efficienza, l'8,1% soluzioni di pagamento innovative, infine il 5,2% macchine più belle e semplici da usare.

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