Quick commerce, quick chiusure: anche Getir lascia l’Italia

quick commerce getir lascia Italia
Dopo Gorillas e Uber Eats è la volta di Getir, la start up turca del quick commerce si ritira dal nostro paese, dalla Spagna e dal Portogallo

La notizia era nell'aria già da un po', ancor di più da quando era trapelata la voce di una vendita sottocosto di scooter e attrezzature targate Getir in Europa, preludio all'annuncio che è stato dato qualche giorno dopo: Getir esce dal mercato italiano. Un settore, quello del quick commerce nel nostro Paese, che ha visto in rapida successione il ritiro di Gorillas (acquisita a livello europeo dalla stessa Getir) e di Uber Eats. Di fatto lasciando all'interno del nostro mercato tre multinazionali che si spartiscono buona parte del food delivery tricolore come Just Eat, Glovo e Deliveroo.

Getir esce dall'Italia, Spagna e Portogallo

Oltre all'Italia, la start up turca lascia anche Spagna e Portogallo, ritenuti non più redditizi e si concentrerà in particolare nel Regno Unito, negli Usa, Germania, Olanda e in Turchia. In una nota diffusa dall'azienda, "l’uscita di Getir da questi tre mercati le consentirà di concentrare le proprie risorse finanziarie sui mercati esistenti in cui le opportunità di redditività operativa e crescita sostenibile sono maggiori. Getir è molto grata per il duro lavoro e la dedizione di tutti i suoi dipendenti in Spagna, Portogallo e Italia”.

Oltre alla gratitudine a parole, i circa 370 lavoratori impiegati dalla piattaforma in Italia aspettano di conoscere concretamente cosa ne sarà del loro futuro, in una nota le organizzazioni sindacali sottolineano, "Nulla di nuovo in un settore, quello del food delivery, che vede un susseguirsi di crisi aziendali con migliaia di lavoratori lasciati letteralmente a piedi. Una bolla che sta scoppiando sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Centinaia di famiglie che, da un giorno all’altro vedono messo in discussione il loro futuro. Getir ha potuto sfruttare i benefici derivanti dall’essere sulla carta una start up, per decidere poi, al termine di tale periodo, di lasciare il nostro Paese. Un’azienda che ha sfruttato manodopera con inquadramenti al ribasso e che avrebbe dovuto in queste ore sedersi a un tavolo con le organizzazioni sindacali per provare a sanare questa situazione".

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome