Tassinari: “Le imprese affrontino l’innovazione con approccio olistico”

0
false

14

18 pt
18 pt
0
0

false
false
false

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin-top:0cm;
mso-para-margin-right:0cm;
mso-para-margin-bottom:10.0pt;
mso-para-margin-left:0cm;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:12.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ascii-font-family:Cambria;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Cambria;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;}

Qual è la definizione di innovazione per Coop?

In sintesi estrema, significa essere sostenibili e
responsabili nell’interesse dei nostri soci consumatori. In maniera più
articolata, per Coop l’innovazione riguarda più dimensioni, ispirate, però, da
un’unica filosofia d’impresa: innovare per noi significa garantire ai nostri
oltre sette milioni clienti-soci il miglior servizio, nel rispetto della tutela
del potere d’acquisto, della salute, dell’ambiente e dei valori etici.

Ciò significa agire su tematiche e aree particolarmente
critiche andando, talvolta, anche in controtendenza: ad esempio, vuol dire
sostenere iniziative che partano dall’interesse della comunità e non da una
visione di vantaggi immediati e particolaristici, come le nostre operazioni
sull’acqua e sulla deforestazione.

 

Quali sono gli assi di sviluppo dell’innovazione per la
vostra impresa?

In una mia presentazione di qualche anno fa, proprio qui al
convegno Nielsen, raffigurai l’innovazione d’impresa con l’immagine di una
piramide con, alla base, la relazione con il consumatore, al vertice, la missione e la visione strategica dell’impresa
passando per stadi intermedi quali i processi, l’organizzazione, la cultura
aziendale, senza dimenticare i prodotti-servizi. Credo che si tratti di una
raffigurazione ancora di grande attualità, soprattutto in questi tempi di crisi -strutturale-, dalla quale dovremo uscire
strutturalmente diversi. In altre parole, le imprese dovrebbero affrontare
l’innovazione non per singoli pezzi, sia pure importanti, ma con un approccio più “olistico”, in
modo che l’intero l’impianto del nostro “fare impresa” per il futuro sia connotato da forti elementi di
discontinuità e di distintività.

 

Sul tema specifico dello sviluppo di  format di vendita, cosa state facendo
in termini di innovazione?

Vogliamo non solo mantenere, ma aumentare la leadership sul
mercato italiano: per raggiugnere questo obiettivo, continueremo prima di tutto
in una forte politica di sviluppo. Infatti,  nei prossimi due anni, apriremo 37 nuovi punti di vendita,
con investimenti superiori ai 500 milioni di euro. Il piano di sviluppo si
articolerà su tutto il territorio nazionale  -dalla Val di Fiemme alla Val di Noto, come mi piace dire-
utilizzando più formati e tipologie di vendita, secondo logiche coerenti con il
territorio, compatibili con i piccoli centri così come con le grandi aree
metropolitane. Non privilegeremo uno standard unico, ma porteremo format
moderni per servire la comunità di quel territorio dove Coop sarà presente.

Quale innovazione per i servizi?

Crediamo molto nei servizi, perché rispondono ad un concetto
più moderno ed evoluto non solo di essere distributori del prossimo futuro, ma
anche di interpretare l’essenza del distributore cooperativo, che opera
nell’interesse dei nostri soci-consumatori che meritano risposte più evolute
alle loro esigenze. Non è un caso che siamo fra gli operatori più impegnati
nell’ampliamento dei business, entrando in mercati di grande rilievo per il
consumatore, come la vendita di farmaci OTC e la telefonia mobile. A tutt’oggi, abbiamo sviluppato 105 corner Coop Salute, oltre
ad essere entrati nel mondo nel farmaco da banco con prodotti a marchio Coop.
Nella telefonia mobile, abbiamo superato 800.000 utenti, offrendo un servizio
conveniente, semplice e trasparente, in un settore dove operano colossi. Stiamo
focalizzando la nostra attenzione anche su altri mercati, dai servizi
finanziari ai carburanti e altri ancora. Non vi è dubbio che, in questo processo di ampliamento del ruolo della distribuzione moderna,
dobbiamo credere, per primi noi distributori, ma anche la politica italiana
dovrebbe lavorare per varare un piano efficace di liberalizzazioni, a favore
dello sviluppo dell’economia del Paese e nell’interesse dei cittadini italiani.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome