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L’innovazione ha bisogno di progetti creativi

Nel quarto millennio a.C. fu inventata la ruota, e con essa l'innovazione tecnologica. In Mesopotamia la ruota veniva utilizzata per realizzare vasi rudimentali. Poi ci arrivarono anche
gli inca che la usavano per far giocare i bambini. L'innovazione, di per sé, è nuda. Non porta a nulla se non si traduce in soluzioni e progetti. Al nostro paese è da sempre ascritto il merito della creatività. È la cifra qualitativa del made in Italy, su cui poggia gran parte del nostro export.

Ma al nostro paese viene anche ascritto il demerito di non investire abbastanza in innovazione. Non ha alcun senso che in Italia la ricerca gravi tanto sulle spalle delle Pmi, che contano solo sulle proprie energie, e che sia così priva di coordinamento. Perché questo genera un'enorme quantità di spreco. Se in tanti fanno la stessa cosa, in tanti ne tralasceranno altre.

Segnali dall'estero
Chi dice che l'innovazione si debba generare tutta in casa? Prototipi innovativi si trovano ovunque nel mondo. La maggior parte di questi prototipi è liberamente a disposizione del mercato, nei limiti delle procedure di sfruttamento dei brevetti. Ovviamente, non si tratta di copiare, come le imprese cinesi che, una settimana dopo l'annuncio di Steve Jobs dell'uscita sul mercato dell'iPhone, ne hanno proposto versioni praticamente identiche ma a prezzo più basso e con caratteristiche tecniche di minor pregio. Si tratta della capacità italiana di saper ascoltare i segnali deboli dell'innovazione e sintonizzarsi sull'alto di gamma per confezionare prodotti di gusto ed eleganza inimitabili. È questo il vero punto di forza del made in Italy.

Prototipi innovativi in cerca di mercato
Non dimentichiamo che siamo diventati così bravi nella manifattura perché ci mancano - da sempre - le materie prime. Così il rilancio del made in Italy potrebbe trovare un nuovo rinascimento. Facciamo un esempio. Da anni, Maggie Orth dal Mit di Boston ci dice che i tessuti non sono più quelli di una volta, che i vestiti non devono per forza essere statici. Applicando concetti di microelettronica al filato, ha messo a punto stoffe che è sufficiente stimolare (con piccole correnti elettriche) per vederle cambiare di colore e decorazione.

In Inghilterra il laboratorio d'innovazione Pdd ha messo a punto Snif, Sexy New Intelligent Fragrance, un prototipo già funzionante che permette di aggiungere una profumazione a un abito; il sistema monitora l'ambiente circostante e rilascia solo la quantità di aroma necessaria per risultare percepibile ma non invadente. L'abbigliamento è solo uno fra gli esempi possibili. In Tennessee promettono di imbrigliare i raggi solari dentro speciali tubi che, se inseriti all'interno degli edifici, possono portare luce in modo del tutto naturale. È il progetto Hybrid Solar Lighting dell'Oak Ridge Laboratory. E - come è noto - noi italiani siamo leader nell'export d'illuminazione alto di gamma. Queste innovazioni esistono già, e sarebbero utilizzabili. Ma mancano dell'anima creativa, di quel tocco di design che le sappia rendere vincenti sul mercato internazionale.

Coordinare le forze per ridurre gli sprechi
Si dovrebbe arrivare a una politica nazionale di coordinamento dell'innovazione, che comporti la fine dello spreco delle ridondanze e sia supportata da finanziamenti alla ricerca. Ma occorre essere realisti, e allora, fino a quel momento, la ricetta per l'innovazione è questa: non fu chi per primo scolpì una roccia in forma circolare a cambiare le sorti dell'umanità, ma chi osservando la forza di un bue capì che poteva collegare i due elementi fra loro, potenza e fluidità. Per ottenere qualcosa prima inesistente. Intanto, in Mesopotamia ci facevano vasi e gli inca ci facevano giocare i bambini.

Misko-Barilla adotta i pallet Chep

Misko, società del gruppo Barilla e maggior produttore di pasta greco, ha deciso di abbandonare lo scambio di pallet bianchi e di utilizzare i pallet Chep. Le motivazioni sono da ricercare nei vantaggi in termini di efficienza operativa e di riduzione dei costi rispetto allo scambio di pallet bianchi. Un altro elemento, a sostegno della decisione di Misko, è dato dalle difficoltà che stanno incontrando gli utenti dello scambio di pallet bianchi e che derivano dall’aumento delle perdite di pallet e dal crescente costo di acquisto di pallet sostitutivi dovuto al continuo aumento del prezzo del legname in tutta Europa.

“Il sistema di scambio dei pallet bianchi è difficile da gestire e comporta molti costi nascosti, come l’acquisto di nuove attrezzature per la sostituzione di quelle smarrite e la perdita di tempo per la gestione delle continue vertenze con i distributori e i fornitori di servizi logistici -afferma Aris Constantatos, direttore Logistica e Servizio Clienti di Misko-Barilla ad Atene-. Una delle nostre priorità principali è la riduzione dei rifiuti e, lavorando con un fornitore di pooling di attrezzature come Chep, la quantità di rifiuti che produrremo diminuirà drasticamente”.

L’energia verde di Edison nei pdv Metro

Edison e Metro Italia hanno firmato un accordo di collaborazione commerciale in base al quale i circa 1,2 milioni di clienti professionali del cash and carry potranno acquistare energia elettrica a condizioni vantaggiose e competitive da Edison, secondo operatore in Italia nel settore dell'energia elettrica e del gas.

Dallo scorso 11 aprile, in 44 dei 48 pdv di Metro presenti su tutto il territorio nazionale, Edison è presente con un proprio desk per proporsi come nuovo fornitore di energia elettrica a favore dei clienti che gestiscono un'attività professionale e commerciale.

Prezzo bloccato per tre anni
Edison propone l'offerta Eco3 Business, vale a dire l'unica soluzione contrattuale presente sul mercato italiano che blocca il prezzo per 3 anni. Inoltre, l'offerta prevede che l'energia fornita provenga al 100% da fonti rinnovabili, assicurando al cliente anche un vantaggio di immagine: quanti aderiranno all'offerta Eco3 Business potranno infatti qualificarsi con il marchio EcoDoc, che certifica il loro atteggiamento responsabile nei confronti dell'ambiente. Inoltre, in esclusiva per i clienti Metro, la proposta Edison prevede un ulteriore extra vantaggio che riduce ulteriormente il prezzo dell'energia.

L'attivazione del nuovo contratto non comporta oneri per il cliente: non è previsto alcun costo di adesione né cauzioni per l'attivazione. Il passaggio ad Edison non richiede nessuna modifica tecnica agli impianti e al contatore. Il cliente avrà inoltre la possibilità di recedere dal contratto in ogni momento senza oneri aggiuntivi.
L'accordo, il primo operativo in Italia fra un operatore energetico e la grande distribuzione all'ingrosso, nasce una partnership in grado di assicurare a Edison il rafforzamento della propria presenza sul mercato business dell'energia e a Metro un aumento del livello di servizio a favore della propria clientela.

Il low cost del discounter Lidl taglia i prezzi fino a -24%

Sconti fino al 24% su oltre 100 prodotti del paniere quotidiano. È l'ultima delle iniziative di Lidl, leader in Italia nel canale discount con circa 500 pdv a livello nazionale: una mossa che rivela come quella di lidl sia una politica commerciale di rottura rispetto ad altri player più orientati invece al consolidamento dei prezzi attuali.
Tra i 100 item in promozione figurano anche il burro bavarese, il burro pastorizzato, il grana padano, la fesa di tacchino in trancio, la mozzarella e le patate fritte. Si tratta, nel complesso dell'offerta, di prodotti selezionati secondo le reali esigenze delle famiglie e scelti attraverso analisi di mercato che evidenziano come, mediamente, si acquistano non più di 500 tipi di prodotti nel corso dell'anno.

Un canale in forte revival
Che il discount stia vivendo un periodo particolarmente positivo è indubbio: secondo Nielsen, il canale chiude il 2007 con un trend a valore del 10,3% e sembra migliorare le sue performance nel primo trimestre 2008 con un trend del 13,2%. Le performance registrate dal discount sono certamente favorite dalla situazione economica contingente, ma non si può negare che le strategie di low cost di Lidl figurino tra gli altri fattori che trascinano la crescita del canale. Tra queste, per esempio, oltre agli attuali tagli prezzo, va aggiunta Lidl Card, la carta di credito privativa lanciata lo scorso autunno, che risulta in buona affermazione. Ma Lidl si muove anche con tattiche di avvicinamento al consumatore locale, che l'hanno portata ad arricchire l'assortimento con prodotti di grandi marche del made in Italy, quali Ferrero, Barilla, Riso Gallo e Aia, cui si aggiungono marchi multinazionali del food e della cosmetica.

Collaborazione con i partner
Il vero punto di forza di Lidl, però, è l'offerta di prodotti a marchio proprio, che, secondo osservatori esterni, ha un differenziale di prezzo, rispetto all'offerta di super ed iper, mediamente pari a -20%. E, la strategia di low cost avrebbe potuto essere più ampia. Ma, come dicono dall'azienda “Non abbiamo potuto ridurre i prezzi di tutti i nostri prodotti, perché ovviamente anche noi siamo soggetti alla forte tensione sugli acquisti. Però, laddove i fornitori lo hanno reso possibile, abbiamo fatto sì che anche i nostri clienti potessero beneficiare dei minori costi di acquisto”.

È partnership tra Edison e Metro per vendere energia verde nei pdv del cash and carry

Edison e Metro Italia hanno firmato un accordo di collaborazione commerciale in base al quale i circa 1,2 milioni di clienti professionali del cash and carry potranno acquistare energia elettrica a condizioni vantaggiose e competitive da Edison, secondo operatore in Italia nel settore dell'energia elettrica e del gas. Dallo scorso 11 aprile, in 44 dei 48 pdv di Metro presenti su tutto il territorio nazionale, Edison è presente con un proprio desk per proporsi come nuovo fornitore di energia elettrica a favore dei clienti che gestiscono un'attività professionale e commerciale.

Prezzo bloccato per tre anni
Edison propone l'offerta Eco3 Business, vale a dire l'unica soluzione contrattuale presente sul mercato italiano che blocca il prezzo per 3 anni. Inoltre, l'offerta prevede che l'energia fornita provenga al 100% da fonti rinnovabili, assicurando al cliente anche un vantaggio di immagine: quanti aderiranno all'offerta Eco3 Business potranno infatti qualificarsi con il marchio EcoDoc, che certifica il loro atteggiamento responsabile nei confronti dell'ambiente. Inoltre, in esclusiva per i clienti Metro, la proposta Edison prevede un ulteriore extra vantaggio che riduce ulteriormente il prezzo dell'energia.
L'attivazione del nuovo contratto non comporta oneri per il cliente: non è previsto alcun costo di adesione né cauzioni per l'attivazione. Il passaggio ad Edison non richiede nessuna modifica tecnica agli impianti e al contatore. Il cliente avrà inoltre la possibilità di recedere dal contratto in ogni momento senza oneri aggiuntivi.
L'accordo, il primo operativo in Italia fra un operatore energetico e la grande distribuzione all'ingrosso, nasce una partnership in grado di assicurare a Edison il rafforzamento della propria presenza sul mercato business dell'energia e a Metro un aumento del livello di servizio a favore della propria clientela.

Piacere&benessere rilanciano La Cremeria

Solo latte fresco scremato e pastorizzato, di provenienza italiana, la cui tracciabilità è garantita sin dall'origine: è questo il plus -opportunamente evidenziato dal bollino blu presente sul pack- pensato dallo storico brand Nestlé-Motta per dare nuovo appeal alla linea dei gelati in vaschetta La Cremeria (5 gusti: Fiordilatte, Crema e cioccolato, Cioccolato e nocciola, Stracciatella, Spagnola), che pur avendo il 30% di grassi in meno rispetto alle precedenti ricette, continuano a regalare il gusto e la cremosità di sempre.

Cremosità e naturalità
Anche i test effettuati sui consumatori hanno premiato la nuova ricetta del Fiordilatte La Cremeria, che confrontato con un competitor, è stato giudicato vincente per intensità di gusto (68% vs 32%), morbidezza al cucchiaio (80% vs 20%) e cremosità (80% vs 20%).
A tutto benessere anche gli ingredienti qualificanti utilizzati per i multipack 2008. Innanzitutto lo yogurt magro, i cereali e la frutta che caratterizzano le nuove Coppette di gelato allo yogurt (fragole & muesli e ananas & muesli). I cereali e il latte fresco confluiscono nei nuovi Minibiscotti vaniglia e cacao, mentre i nuovi stecchi Pesca Tropical -gelato dentro e sorbetto fuori- puntano tutto sulla freschezza e la naturalità della frutta che li compone per l'80% in un mix di 7 diverse varietà.
"Abbiamo voluto dare valore aggiunto dal punto di vista nutrizionale -ha commentato Michael Schoetensack, direttore marketing divisione gelati Nestlé- a un prodotto che nella cremosità e nella naturalità ha sempre avuto e continuerà ad avere il proprio punto di forza".

GDOWEEK 436

GDOWEEK/AL 435

Industria alimentare e gdo: prove tecniche di collaborazione

"Il rapporto tra gdo e industria alimentare è sempre stato
deformato perché si pongono obiettivi divergenti. Il problema negli ultimi anni si è accentuato quando la distribuzione ha messo in atto un'attività di concentrazione che ha accresciuto la sua forza contrattuale soprattutto rispetto ai produttori più piccoli. Ora però si aprono scenari di cooperazione virtuosa purché la gdo diventi più selettiva, riducendo i fornitori e attuando anche rapporti in esclusiva; e purché l'industria a sua volta selezioni i partner distributivi e si prepari a uno scenario di commercio multicanale e multinazionale”. Così l'ad di Fiere di Parma Roberto Ravazzoni introduce il tema portante del convegno promosso da Federdistribuzione “Gdo e industria agroalimentare: una filiera efficiente in favore del consumatore”, dove parlerà nella sua veste di docente di economia.

Trend Futuri
Nel corso del convegno che si è tenuto oggi alle 10.30 nella Sala dei 300 vengono presentati anche i dati di una ricerca di Ac-Nielsen sui macrotrend che interesseranno gli stili di vita e i
comportamenti d'acquisto nei prossimi anni.
Un dato molto evidente è la crescente importanza del target
anziani: nel nostro Paese l'età media della popolazione residente
è di 42,5 anni, dato superato solo da quello del Giappone.
Probabilmente la maggiore anzianità della popolazione implica più consapevolezza in generale, con opportunità per i produttori che le sappiano cogliere: se si guarda infatti ai nuovi comportamenti di acquisto degli italiani, si verifica che abbiamo
una maggiore attenzione rispetto alla media mondiale per l'acquisto di prodotti locali e da produttori locali, per i prodotti a chilometri zero e per i prodotti equosolidali.
Minore attenzione invece per il packaging riciclabile. Nonostante l'emergenza rifiuti, verrebbe da dire…

Alla ricerca dei consumi e degli acquisti che cambiano

I'incontro/conversazione organizzato da GDOWEEK, Il settimanale di retail e MarkUp, il mensile per il marketing e il retail, in collaborazione con Fiere di Parma, si è tenuto martedì 6 maggio a Salsomaggiore Terme (pr) presso il Salone Moresco del Palazzo dei congressi.
L'incontro, fuori salone Cibus, è stato condotto da Luigi Rubinelli direttore di MarkUp, e vi hanno partecipato Giuseppe Minoia presidente GFK Eurisko e Paolo Bertozzi amministratore delegato di TradeLab.

I temi trattati
L'analisi del mercato oggi
Come rilanciare i consumi alimentari
Come orientare l'innovazione di prodotto e di formato
Le nuove abitudini di consumo e i nuovi comportamenti di acquisto
Le implicazioni per le imprese della distribuzione moderna

L'appuntamento, esclusivamente su invito, ha visto la partecipazione di circa 600 manager tra indusrtria e retail italiano ed estero
Per informazioni http://vittoria.moroni@ilsole24ore.com

Pernopasta si distingue per il gusto

Azienda fortemente legata al territorio, Pernopasta nasce dieci anni fa in Calabria alle spalle di Tropea, “con l'obiettivo di proporre al mercato -dice Francesca Pontoriero titolare di Pernopasta- il meglio della produzione pastaia sia secca che fresca conciliando tradizione e gusto”.

Siete presenti in gdo?

Siamo partiti con il canale ristorazione e con il dettaglio specializzato, ma da qualche anno siamo ben inseriti presso le principali insegne della Calabria. Inoltre, stiamo decollando con un piano marketing a seguito del restyling del marchio, che ci porterà a coprire tutto il mercato italiano e i maggiori mercati dell'Ue. Preciso che, in Usa e Canada, siamo già presenti con soddisfazione dall'inizio degli anni 2000.

Che cosa vi differenzia dalla concorrenza?

Il nostro assortimento si basa sulle più note specialità regionali, soprattutto del sud Italia. Offriamo però anche qualche esclusiva come la pasta al limone, all'arancio o al cacao e peperoncino. Ma ciò su cui puntiamo di più, lo ripeto, è il gusto.

Obiettivi a medio termine?

Intendiamo insistere su questo posizionamento in fascia medio alta, dove cresciamo mediamente del 15%. Sempre all'interno del piano marketing vogliamo investire anche in comunicazione per aumentare il livello di awareness e facilitare l'espansione in gdo.

Italia Zuccheri innova e veste lo scaffale

Italia Zuccheri Commerciale, nata dalla joint venture tra il
gruppo Co.Pro.B Italia Zuccheri, il maggior gruppo saccarifero
italiano e Pfeifer & Langen, terzo produttore di zucchero in
Germania, presenta a Cibus il piano di sviluppo per il 2008.
“Abbiamo un obiettivo di crescita sull'anno del 10-15%, che
intendiamo raggiungere facendo leva sugli asset distintivi della
nostra azienda: innanzitutto, la provenienza esclusivamente
italiana dello zucchero, che è certificato DNV ed è tracciabile
dalla coltivazione alla tavola”, spiega Marco Sebastianelli, direttore
commerciale. Che aggiunge: “La nostra flessibilità,
inoltre, ci consente di adeguarci ai cambiamenti del mercato e
delle dinamiche di consumo, che si spostano per esempio sempre
di più verso il fuori casa e i prodotti protagonisti di una
crescita interessante, come lo zucchero di canna e i nuovi concept
di basi e preparati per dolci”.
Proprio in quest'ultimo settore,
Italia Zuccheri ha lanciato la nuova linea di prodotti a
marchio Diamant, per la decorazione di torte, focacce e dolci
di ogni tipo e la preparazione di marmellate. “La declinazione
dell'offerta su nuove tipologie di prodotto ci consente di lavorare
anche sulla caratterizzazione del prodotto, che va a scaffale
e quindi deve avere un packaging distintivo. Operazione più
complessa per lo zucchero, commodity che non deve posizionarsi
al di sopra di un certo prezzo”, conclude Sebastianelli.

Aperitivo culturale a Salsomaggiore

Un talk show su come affrontare la crisi dei consumi e il consumatore che cambia. È stato l'aperitivo culturale che ha preceduto la cena di gala che Cibus ha offerto a circa 600 rappresentanti dell'industria e della distribuzione internazionale la sera del 6 maggio a Salsomaggiore, nel suggestivo scenario del Palazzo dei Congressi.

Il dibattito, promosso da Gdoweek e Mark Up e condotto da Luigi Rubinelli, direttore di Mark Up, ha visto colloquiare Giuseppe Minoia, presidente di Gfk Eurisko, e Paolo Bertozzi, presidente di TradeLab. Un breve ma serrato confronto che ha avuto una conclusione univoca: gdo e idm dovrebbero imparare a conoscere meglio un consumatore che, almeno nelle fasce meno impoverite dalla crisi, è ancora disposto a pagare qualcosa di più in cambio del soddisfacimento di bisogni e desideri.

Granarolo: il futuro è offrire la qualità a prezzi accessibili

II mercato dello yogurt continua
a godere di ottima salute, ma è
anche molto affollato e competitivo.
Qual è il posizionamento dei
vs brand?

Nel mercato dello yogurt siamo presenti
con due grandi brand: Yomo e
Granarolo. Nel lessico famigliare degli
italiani il primo è sinonimo di yogurt:
è il marchio che ha creato il
consumo dello yogurt nel nostro
Paese e che da sempre si connota per
qualità, genuinità e semplicità. Il suo
posizionamento è ben espresso dal
claim “Yomo, il piacere di star bene".
Infatti, Yomo è lo yogurt che aiuta a
star bene con gusto. Pensato per chi
ricerca il benessere senza artifici, attraverso
un’alimentazione sana e naturale,
ancora oggi poggia il suo successo
su Yomo Omogeneo: vero yogurt,
vera frutta e una lista di ingredienti
decisamente corta. In sostanza,
uno yogurt italiano al 100% (ottenuto
solo da latte italiano), naturale
al 100%, che conta su una fetta di
consumatori che apprezzano il valore
delle cose semplici e genuine.
Lo yogurt Granarolo fatto con latte
di Alta Qualità, invece, è rivolto a
coloro che pensano che lo yogurt
debba essere genuino, ma anche cremoso
e gratificate. Granarolo AQ,
infatti, pur essendo un prodotto decisamente
goloso, è ottenuto con ingredienti
sani, naturali e controllati,
ed è certamente lo yogurt cremoso
più rigoroso sul piano della qualità
della materia prima (solo latte fresco
italiano di alta qualità) e della genuinità
dei componenti.

Fare innovazione significa più marginalità,
oltre che distintività per la
marca. Quali sono i lanci recenti
che vi stanno dando maggior soddisfazione?

Il successo più eclatante è certamente
quello di Yomo Desiderio: una linea
composta da nove referenze di
yogurt interi, con un posizionamento
chiaro e distintivo ("lo yogurt sano,
buono come un dessert"), e uno
straordinario profilo organolettico.
Lanciato nel gennaio 2007, è stato
riconosciuto come il prodotto di
maggior successo nel mercato dello
yogurt durante tutto l’anno solare,
in termini di rotazioni a volume e a
valore (secondo le rilevazioni IRI
I+S+S).

Quali sono le linee di sviluppo future,
ovvero le aree strategiche che
intendete andare a rafforzare?

In questo momento stiamo lavorando
sulle aree core di entrambi i
brand, Yomo e Granarolo. Siamo
convinti che ci siano ancora spazi di
crescita per prodotti che godono di
plus rilevanti e distintivi, coerenti
con i Dna delle due marche e con il
profilo del nostro gruppo. Nel mercato
dello yogurt siamo il primo
operatore italiano: un primato che
impone delle responsabilità, che il
Gruppo Granarolo è pronto a cogliere.

Alla luce della contrazione dei consumi
alimentari, qual è la politica di
prezzo adottata?

Noi vogliamo offrire valore al consumatore
attraverso prodotti eccellenti
sul piano qualitativo, accessibili sul
piano del prezzo. Non è facile garantire
qualità a prezzi ragionevoli, ma
questa continua ad essere la nostra
sfida. Non intendiamo agire sulle
formulazioni per contenere i prezzi
come fanno altri. Vogliamo continuare
a garantire la massima qualità,
cercando una maggiore efficienza sul
piano dell’organizzazione interna.
Questo significa, ad esempio, dosare
con molta attenzione la comunicazione
e le politiche promozionali.
Ma non rinunceremo alla qualità.

Le novità salutistiche presentate da Parmacotto

Parmacotto presenta in anteprima a Cibus grandi novità di prodotto. L’azienda parmense, infatti, conosciuta per l'impegno nel settore della Ricerca & Sviluppo, propone soluzioni ricche, originali, gustose e in grado di rispondere alle più svariate esigenze di consumo ed abitudini alimentari.
La prima novità è Perfecto, “si tratta -spiega Stefania Rosi, nella foto, responsabile marketing Gruppo Parmacotto- di un prosciutto cotto a bassissimo contenuto di sale, solo lo 0,7% a fronte del 2% che il prosciutto cotto mediamente contiene, disponibile sia in versione a taglio sia in vaschetta per il libero servizio. Perfecto è adatto a chi deve seguire un regime alimentare iposodico ma senza rinunciare al gusto ed è, inoltre, il primo step di un progetto di prodotti rivolti ad un consumatore sempre più attento all’alimentazione”.

I nuovi tramezzini

La seconda novità sono i nuovi Tramezzini realizzati in collaborazione con Kraft. La linea propone quattro varianti, due con Jocca, lo “storico” latticino in fiocchi a base di formaggio fresco con un basso contenuto di grassi, e due con la salsa Kraft Senza Colesterolo, eletto Prodotto dell’anno nel 2008. L’assortimento è caratterizzato da originali abbinamenti di sapori e da una ricca farcitura realizzata con ingredienti freschi e selezionati che garantiscono una leggerezza e un sapore unico ai nuovi Tramezzini.
Tra le novità anche le “Specialità Toscane”: una linea di prosciutti, salame, porchette e lardi prodotti dal Salumificio Piacenti, il primo produttore di prosciutto toscano Dop, recentemente acquisito dal Gruppo Parmacotto.
E infine, Parmacotto presenta la nuova gamma di “salumi a cubetti” in un originale formato bi-pack da 140 grammi (70 grammi ciascuno). La linea comprende: pancetta dolce, pancetta affumicata e prosciutto cotto, perfetti per soddisfare tutti i gusti.

Export ok, consumi da rilanciare

Le nuove sfide e le nuove opportunità per l’industria alimentare italiana sui mercati esteri e su quello interno; i rischi derivanti dagli allarmi e dagli allarmismi sulla sicurezza di filiera; la crisi dei consumi derivante dall’aumento delle materie prime sui mercati internazionali; e infine, come era inevitabile, anche l’agenda di priorità che il secondo settore manifatturiero italiano intende discutere con l’Esecutivo che sta per insediarsi. Tutto questo c’era nel discorso che il presidente Gian Domenico Auricchio ha tenuto ieri nel corso dell’assemblea pubblica di Federalimentare.

Priorità: rilancio dei consumi
Rilanciare i consumi interni è per Auricchio una priorità assoluta. I risultati dell’export nel 2007 sono stati premianti per il nostro sistema: una crescita dell’8% che ha fatto seguito al +9% dell’anno precedente e che risulta una delle migliori performance di sempre, anche se il dato risente della rivalutazione dell’euro. Ma il mercato italiano, ha rilevato Auricchio, “ ha registrato una stanchezza senza precedenti: la contrazione delle vendite dei beni di largo consumo sta a dimostrare che ci troviamo di fronte a una crisi orizzontale della capacità di acquisto”.
Né le cose potevano andare diversamente se si guarda al trend dei prezzi: l’alimentare ha interrotto una lunga serie di anni in cui aveva svolto una sorta di funzione calmieratrice nei panieri della spesa delle famiglie e ha doppiato i dati dell’inflazione, i prezzi al consumo sono infatti aumentati negli ultimi due mesi del 5% mentre quelli alla produzione, più immediatamente sensibili all’aumento delle materie prime, addirittura del 9,8%.
La forchetta tra i due dati e la scarsa possibilità di operare ulteriormente sui margini rende centrale, secondo Auricchio, trovare rapporti non conflittuali con la grande distribuzione, attraverso una “Camera delle buone pratiche contrattuali”.

Italia ai vertici mondiali
della sicurezza alimentare

Per quanto invece riguarda lo scottante tema della sicurezza alimentare, Auricchio ha ricordato che la produzione nazionale si pone ai vertici mondiali della sicurezza ed è un prerequisito, come dimostra anche l’ingente cifra di 3 miliardi di euro, ovvero il 2,5% del fatturato di settore, spesi ogni anno.
Infine proprio su questo tema partono le richieste al nuovo governo: dal dibattito sul federalismo, ha sottolineato Auricchio, non deve sparire l’esigenza di avere un’unica sicurezza alimentare e un’unica autorità preposta a livello nazionale, così come non avrebbe senso frammentare le attività di promozione all’estero. La delega conferita al governo per la realizzazione del nuovo “codice alimentare” è scaduta. Federalimentare auspica che il nuovo esecutivo porti a compimento le iniziative volte alla semplificazione e alla razionalizzazione normativa in materia alimentare.

Valbona punta su qualità e certificazione

Far crescere contemporaneamente il brand e le private label, che già oggi rappresenta il 60% del fatturato aziendale. Un duplice obiettivo ambizioso quello che si propone Valbona, l'azienda di Pozzo Atesino (Pd) che produce un'ampia gamma di sottaceti e sottoli, salamoia e agrodolci, salse e creme spalmabili.
“Il nostro mercato di riferimento - dice Piero Antonio Cavallini responsabile commerciale e socio dell'azienda - è segmentato in maniera decisa in tre fasce: la prima è quella del primo prezzo, che a noi non interessa; invece puntiamo alla seconda, e alla terza, il cosiddetto mainstream e il premium, e vogliamo presidiarle puntando sull'innovazione di prodotto, dato che, caso credo unico nel nostro settore, abbiamo un laboratorio di ricerca e sviluppo in azienda, oltre che sulla qualità e sulle certificazioni che la attestano”

Prodotti a marchio
Sul fronte dei prodotti a marchio Valbona fornisce alcune tra le primarie catene italiane (Auchan, Iper, Conad, Selex, Crai, solo per citarne alcune) e per Conad realizza anche i prodotti della linea top Sapori e dintorni, e fornisce anche catene francesi e australiane. Altri paesi esteri, anche extraeuropei, sono presidiati tramite grossisti.
Per quanto invece riguarda i prodotti brandizzati, l'azienda veneta ha recentemente rivisto il packaging enfatizzando sia l'origine italiana dei prodotti sia le certificazioni di qualità ottenute.

Tra le novità presentate al Cibus si segnalano il Radicchio rosso di Verona grigliato e il Farciriso, presentato nelle versioni in semi di girasole e delicato (senza olio).
Valbona oggi è una realtà produttiva che occupa cento addetti, e si fregia della certificazione di filiera UNI10939 2001

La proposta mitteleuropea di Pan&Co incontra un successo a 2 cifre

Fatturato in crescita a doppia cifra per Pan&Co Italia, filiale dell’azienda austriaca specializzata nella produzione di pani speciali surgelati. Chiuso il 2007 con un incremento del 20%, le prospettive per l’anno in corso sono di una crescita di pari intensità, anche grazie al lancio di una linea di prodotti dedicata al canale Horeca. “L’Italia è il nostro secondo mercato dopo quello domestico – dichiara Emanuele Bassi, direttore commerciale di Pan&Co – siamo focalizzati principalmente sulla grande distribuzione, ma con la costruzione del nostro nuovo magazzino vogliamo impegnarci anche sull’Horeca, canale che riteniamo molto importante sotto il profilo strategico. Oggi la nostra distribuzione in Italia riguarda in modo specifico le regioni dell Centro-nord, abbiamo una presenza molto forte in Lazio, ma vogliamo espanderci un po’ in tutto il territorio”.

350 referenze
La gamma di Pan&Co si fonda su 350 referenze, per una produzione complessiva che supera le 20mila tonnellate a volume, tutte sviluppate dalla casa madre e certificate Ifs.
Prodotto top seller in Italia è il Semmel, un panino simile alla rosetta, molto versatile, che si abbina al salato e al dolce: ma nella gamma di pani speciali Pan&Co spiccano le referenze con contenuto salutistico, provenienti dalla tradizione mitteleuropea, riveduta e corretta in chiave moderna: “Al Cibus presentiamo un panino da 90 grammi con farina integrale, noci e arricchito con Omega 3 – prosegue Bassi – la nostra Linea Salute e un nuovo panino con malto e orzo, tutti dedicati alla Gdo. Nella nostra offerta abbiamo anche una linea di pane biologico, segmento che ha avuto uno sviluppo limitato in Italia per la normativa che obbliga a separare completamente la filiera, forno compreso, a differenza di quanto accade all’estero. Tuttavia, avvertiamo i primi segnali di sviluppo anche qui da noi, soprattutto in quei punti di vendita dedicati esclusivamente ai prodotti bio”.
Negli obiettivi di Pan&Co, la creazione di partnership sempre più strette con le catene della distribuzione, per continuare a foraggiare lo sviluppo anche grazie alla crescita dell’intero reparto panetteria. “Con le aziende della distribuzione, soprattutto quelle di dimensioni più piccole – conclude il direttore commerciale – vogliamo avviare progetti in cui il fornitore sia anche partner per lo sviluppo di tutto il reparto panetteria, massimizzando la flessibilità e la soddisfazione reciproca”.
Pad.3 Q 7

Qualità e versatilità: Il Pastaio di Brescia valorizza gli gnocchi

Versatilità, ampiezza di gamma e specializzazione sono i punti di forza del Pastaio di Brescia, azienda lombarda che fonda tutta la sua produzione su gnocchi e derivati freschi a base di patate. Con un fatturato di 12 milioni di euro 2007, 32% del quale realizzato sui mercati stranieri, l'azienda bresciana innova una referenza tradizionale come gli gnocchi, valorizzandoli e creando prodotti con un posizionamento qualitativo elevato, in linea con la storia aziendale. “Abbiamo due unità produttive - spiega Riccardo Rubessa, responsabile commerciale Gdo del Pastaio di Brescia - su quello storico concentriamo la produzione degli gnocchi standard, i Classici, che sono la base della nostra produzione e hanno un posizionamento di prezzo più basso. Nel nuovo stabilimento realizziamo gnocchi con impasto a freddo, che hanno performance organolettiche più elevate e rappresentano il nostro top di gamma”.

Ruolo di copacker
L'azienda bresciana si propone come copacker per importanti catene distributive italiane e straniere, per le quali sviluppa soluzioni ad hoc per quanto riguarda la ricettazione, i formati e i packaging.
Al Cibus, il Pastaio di Brescia propone gli gnocchi a marchio Patarò “Mi piaci così”, prodotti senza conservanti, a basso contenuto di colesterolo e grassi saturi, realizzati con ingredienti di qualità, ossia 95% di purea di patate con impasto a freddo.
“Tutti i nostri gnocchi - conclude Rubessa - possono essere cotti tradizionalmente in acqua bollente, oppure spadellati secondo le più moderne tendenze gastronomiche”.

I nuovi consumi raccontati da Gdoweek e Mark Up

Oggi alle 19.30 il settimanale Gdoweek e il mensile Mark Up (Il Sole 24 Ore Business Media), organizzano un incontro per parlare di consumi e acquisti che cambiano al Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme. Esclusivamente su invito, “Alla ricerca dei consumi e degli acquisti che cambiano. La maturità dei mercati e le implicazioni per le imprese della gdo” è rivolto ai manager del retail e dell'industria, ed è condotto da Luigi Rubinelli, direttore di Mark Up con la partecipazione di Giuseppe Minoia, presidente di Gfk Eurisko e Paolo Bertozzi, amministratore delegato di Trade Lab. “Sarà un colloquio in cui ragionare su come affrontare la crisi dei consumi e i cambiamenti in atto”, spiega Rubinelli. “Alcuni alimenti entrano nel paniere della spesa solo in ragione del loro prezzo basso. È una rivoluzione, ma da affrontare con ottimismo, perché c'è una fascia di consumatori disposta a spendere per alimenti “intelligenti” che hanno un valore aggiunto in chiave benessere, salute…”, commenta Minoia. Ed è proprio sul fare cultura del cibo che le aziende italiane dovranno lavorare con maggiore convinzione. All'incontro seguirà una cena di gala, che ha già ricevuto oltre 600 adesioni.

Biraghi punta sulla diversificazione del portafoglio formaggi

“Le soddisfazioni certo non ci mancano. Ma questo non ci fa dimenticare che siamo di fronte a una congiuntura difficile da affrontare”. La prima parte dell’affermazione di Claudio Testa, direttore marketing e strategie commerciali di Biraghi, è dovuta a un recente successo aziendale, la vittoria al Gran Premio 2008 marketing e innovazione, un riconoscimento che ha inteso segnalare il mix di innovazione, scelte di packaging e “promessa” presentate dalla società di Cavallermaggiore -Cuneo, e anche, aggiunge il nostro interlocutore, una “giusta gratificazione all’attività dei 250 dipendenti e agli allevatori che ogni giorno ci conferiscono 400mila litri di latte”. L’arma vincente è stato il lancio del nuovo pack, caratterizzato dall’apertura facilitata e senza forbici e dalla semplicità della chiusura. “Un semplice servizio, in apparenza –dice Testa- ma che ci ha costretto ad acquisire macchinari ad hoc, un investimento deciso dopo una serie di approfondite analisi sui bisogni dei consumatori”.

Focus sul consumatore

Ma gli allori non bastano e lo studio del consumatore è ancora al centro dell’attenzione dell’azienda. “Sul nostro mercato di riferimento la crisi dei consumi, dovuta agli aumenti delle materie prime che pure non si sono scaricati pari pari sui listini in distribuzione, si sta sentendo. Ci sono le armi classiche delle promozioni – prosegue Testa- uno strumento di marketing cui ricorriamo da sempre in stretta collaborazione con la gdo”. E poi naturalmente la comunicazione, che negli scorsi mesi ha dato ottimi riscontri all’azienda, che ha investito anche in pubblicità televisiva. Con l’intenzione di ripetere l’esperimento. E l’esportazione. “Ci stiamo concentrando piuttosto su piccoli mercati, come la Slovenia dove di recente abbiamo fatto ingresso – dice Testa- mentre altri paesi sulla carta molto più interessanti, come la Germania, si rivelano obiettivamente più difficili”. Fuori dai confini nazionali Biraghi punta molto sul gorgonzola, prodotto per cui l’azienda può contare anche sulla marchiatura Dop. Il famoso formaggio sarà oggetto di un lancio in grande stile sul mercato nazionale nei prossimi mesi, con l’obiettivo di diversificare il portafoglio prodotti, per ora concentrato sui prodotti da grattugiare. “Un comparto che abbiamo iniziato ad affrontare - conclude il nostro interlocutore- è quello del light. C’è un’esigenza crescente dei consumatori di prodotti di questo tipo e noi abbiamo già lanciato una referenza di formaggio da grattugiare con ridotta quantità di grassi”.
PAD. 1 A 30

Cresce il business del fuori casa

Il fuori casa come canale privilegiato di sbocco per l’industria alimentare italiana di qualità. Così si potrebbe riassumere il del convegno presentato dalla Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi, nel corso della prima giornata del Cibus. Di food e horeca hanno parlato, assieme al presidente della Federazione, Lino Stoppani, imprenditori della produzione e della ristorazione e docenti. In particolare, il mondo accademico è stato rappresentato dal professor Luca Pellegrini, dello Iulm di Milano, che partendo dai dati del monitoraggio continuo del mercato dell’out of home che compie con la società di consulenza TradeLab ha delineato alcuni possibili scenari per il futuro uno sviluppo che vedrà presumibilmente anche un ruolo più attivo per la gdo) e Francesco Fagotto, dell’ateneo patavino, che ha invece segnalato da un canto la necessità per gli operatori della ristorazione di cambiare modello di business, dall’altro la contemporanea esigenza di radicali modifiche della normativa fiscale e dei contratti di lavoro.

Italia leader in Europa

Cuore dell’incontro è stata la presentazione della ricerca dell’Ufficio studi Fipe sui consumi fuori casa in Europa. Il valore del mercato è stimato in 335 miliardi di euro nell’area euro e 483 miliardi di euro nell’Unione a 27 Paesi.
Considerando i 13 paesi aderenti alla moneta unica si verifica che analizzando i dati dei quattro maggiori stati consumatori (Germania, Francia, Italia e Spagna) si raggiungono 257 miliardi di euro, il 77% del valore dell’Eurozona e il 54% del valore complessivo riferito all’Unione allargata. Passando alla realtà di casa nostra, la spesa per le consumazioni alimentari extradomestiche rappresenta ormai un terzo dei consumi food degli italiani. Il mutamento degli equilibri tra consumi alimentari domestici e consumi alimentari extradomestici è uno dei segnali più forti del cambiamento dei modelli sociali. Un mutamento, sottolinea la ricerca, che coinvolge sia il modello di produzione (società industriale contro società terziaria), il modello delle relazioni familiari (si mangia fuori casa perché i figli sono costretti a rimanere più al lungo tra le mura domestiche e cercano quando possibile di evaderne), gli stili alimentari (pasti destrutturati, moltiplicazione delle occasioni di consumo, ecc.). Nei Paesi dell’Unione europea il consumo domestico resta, a differenza di quanto accade nel mondo anglosassone, prevalente rispetto al consumo extra-domestico.

Servizio ed export: la forza della salumeria italiana

Anche per il 2007, secondo dati Federalimentare, la salumeria si attesta al quarto posto nella classifica dei principali comparti produttivi dell'alimentare, con 7,5 mio di euro di fatturato. Chiediamo a Francesco Pizzagalli, presidente di Assica, di commentarci l'andamento di un settore fortemente strategico per l'economia nazionale.

Ritiene soddisfacente il bilancio dell'ultimo anno?

La salumeria italiana vive oggi una situazione complessa: a fronte di uno sviluppo settoriale tipico di un comparto maturo, negli ultimi anni è stata capace di introdurre alcune innovazioni, come le confezioni in atmosfera modificata, che hanno permesso di coniugare i prodotti della tradizione con le esigenze dei consumatori moderni. Anche grazie allo sviluppo di questo nuovo mercato, dai primi dati consuntivi del 2007 abbiamo la percezione che il mercato italiano possa segnare una piccola crescita. Nel contempo, viviamo un costante e deciso aumento delle spedizioni all'estero, giunte ormai a superare il 10% del valore della produzione. Il 2007 si è chiuso con un incremento in quantità di oltre il 4% e in valore di oltre il 6,5%.

Quali sono le famiglie di prodotto trainanti?

Nel 2007 sembra aver avuto la maggiore crescita il prosciutto crudo, che ha raggiunto per la prima volta il prosciutto cotto in testa alle preferenze dei consumatori. Buone performance vengono anche dalla mortadella e dai wurstel, mentre i salami paiono sostanzialmente stabili.

Quali sono le aree di prodotto e/o i canali nelle quali individuate le più interessanti potenzialità di sviluppo?

Lo sviluppo del preconfezionato sta permettendo, anche nei salumi, l'elaborazione di alcune politiche di brand che sicuramente possono considerarsi uno stimolo positivo per la crescita delle aziende del settore. Questa nuova possibilità di “firmare” le fette -unita ad una scarsa cultura del brand tra le aziende della salumeria- ha tuttavia portato ad un'enorme crescita delle Private Label. Si tenga conto che le confezioni in Atp sono un settore particolarmente dinamico anche sul fronte dell'esportazione, visto che permettono di aumentare la penetrazione in Paesi con una scarsa cultura salumiera -nei quali è complesso e costoso formare personale che sappia trattare e servire in maniera corretta i nostri prodotti- e nei canali della distribuzione moderna internazionale dove è limitatissima la presenza dei banchi assistiti e tutto viene venduto in modalità self service. Ne è dimostrazione, per esempio, la forte crescita del Regno Unito che è diventato in pochi anni il nostro terzo mercato di rifermento.
Il settore suinicolo è in crisi per sovrapproduzione e per la concorrenza estera.

Quale è la ricetta per risanare l'intera filiera?

Tutto il settore ha un grave problema di redditività, che si posiziona ormai a livelli di guardia. Oggi ci troviamo di fronte a una grave crisi dell'intera filiera, che si sta riversando in maniera maggiore sull'allevamento il quale sconta un eccesso di produzione a livello italiano ed europeo, a cui si è aggiunta una crescita imprevista -quantomeno nella dimensione- dei costi dei mangimi. Al tempo stesso in tutta Europa emerge evidente la quasi impossibilità di aumentare i prezzi al consumo di carne suina e prodotti derivati, a causa della debolezza dei consumi e della pressione commerciale esercitata dal crescente potere della gdo. Da ciò deriva la generale sofferenza di tutte le componenti produttive della filiera. Una difficoltà che potrà essere superata agendo da un lato sull'offerta di carne suina e, dall'altro, attraverso la definizione di regole più eque nei rapporti con la distribuzione. Il prezzo dei mangimi, tenendo conto che le scorte mondiali di cereali sono ai livelli minimi dagli anni '50, non sembra infatti poter beneficiare dell'annunciato aumento della produzione della campagna 2007.

2.400 marchi per il made in Italy e 450 buyer esteri

Apre oggi la XIV edizione del Salone internazionale dell'alimentazione con una nuova collocazione nel calendario settimanale (lunedì-giovedì) concepita per acuire la vocazione professionale della manifestazione.
Con 2.400 marchi del made in Italy presenti, il Cibus, anche in questa edizione 2008, si caratterizza come la fiera più completa dell'Italian food, con la missione di favorire l'incontro tra le realtà italiane del settore e le più importanti catene della gdo mondiale dei mercati di riferimento per l'export alimentare, presenti con 450 buyer esteri in rappresentanza di 59 Paesi. Aspetto significativo, in quanto a fronte di una sostanziale stagnazione dei consumi nel mercato domestico il 2007, è il bilancio, chiusosi con un +8% e 18 miliardi di euro di fatturato.

Germania primo partner con l'Italia
La Germania -che con una quota del 17,8% (seguita dagli Stati Uniti, con il 12,7% e dal Regno Unito, +10,1%), si conferma primo mercato-sbocco delle aziende agroalimentari italiane- quest'anno è il Paese Focus. Una presenza, quella tedesca, forte di 25 aziende e due aree espositive distinte (nel padiglione 1 del lattiero-caseario e nel padiglione 6 dedicato ai territori ed alle istituzioni) che, grazie alla regia del Cma Italia (filiale italiana della Cma GmbH, Centrale di Marketing del Settore Agro-Alimentare Tedesco) vive di due momenti qualificanti. Oggi, per l'inaugurazione di Cibus 2008, sono presenti a Parma rappresentanti delle Associazioni degli industriali e delle principali major della gdo tedesca, rappresentate da una folta delegazione di buyer; mentre domani durante il pomeriggio del 6 maggio, in collaborazione con Lebensmittelzeitung, si terrà il convegno dal titolo “La disponibilità delle risorse alimentari nel futuro” a cui participeranno Markus Kraus, Direttore Generale CMA GmbH, Peter Esser, Direttore Lebensmittelzeitung e Ulrich Noehle, dell'Università Tecnica di TU Braunschweig.

Dolce Italia e ristorazione fuori casa
Dal punto di vista dell'offerta vi segnaliamo Dolce Italia, il salone del dolciario creato da Aidi (Associazione Industrie Dolciarie Italiane) che diffonde in Italia e all'estero la conoscenza dei prodotti dolciari italiani, essendo sempre più attenta ai contenuti nutrizionali e al packaging dei propri prodotti, quale strumento di marketing e al tempo stesso raffinata espressione del senso estetico italiano. Con i suoi oltre 300 espositori provenienti da 11 paesi diversi, Dolce Italia è la più grande e completa vetrina del settore dolciario. In tale ambito, oggi pomeriggio, si terrà la premiazione dei vincitori del “Vassoio d'oro” destinato ai nuovi prodotti delle aziende che espongono a Dolce Italia. Da non dimenticare, infine, che sempre oggi si svolge la prima “Giornata della Ristorazione Fuoricasa”, un evento che porta a Parma più di 500, tra ristoratori e baristi, grazie ai pullman organizzati da Fipe e dalle varie Ascom locali del Centro-Nord Italia, e che si propone di sondare un trend socio-alimentare molto diffuso. Le iniziative riguardano non solo la fiera ma anche la città e il territorio. Come esempio citiamo i ristoranti del circuito “Bollino blu” che proporranno menù speciali per gli operatori del Cibus.
Nella foto, Roberto Ravazzoni, Ad Fiere di Parma.

Il Parmigiano Reggiano punta su sportivi, bimbi e anziani

Il Parmigiano reggiano Dop, nell'ambito delle produzioni Dop si colloca al terzo posto per valore al consumo e incide per oltre il 15% sul fatturato totale del paniere Ue. Nel 2007 ha segnato un incremento delle quotazioni all'origine dell'11,1%: una ripresa, però, erosa dall'aumento dei costi di produzione (+10%). A Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del formaggio Parmigiano reggiano, abbiamo chiesto di delineare un quadro dell'attuale situazione del mercato e le sue prospettive.

Con il rincaro delle materie prime, incluse quelle per l'alimentazione animale, che ricadute ci sono sul prezzo al consumo?

Nonostante un aumento dei costi del 10% per l'energia, gli interessi passivi e le impennate dei prezzi sui cereali, sul mondo dei consumi vi è stata una ricaduta di appena il 2%. È evidente che i costi sono stati assorbiti in buona parte dalle imprese. Anche per questo occorre sostenere il comparto mettendo in campo ogni possibile azione finalizzata ad assicurare maggiore stabilità: dal rispetto dei piani produttivi alle integrazioni tra i caseifici, che portino a un miglioramento della commercializzazione, fino all'incremento delle vendite dirette in latteria attraverso punti di vendita qualificati.

Qual è il trend dei consumi in Italia?

Nel corso del 2007 vi è verificato un aumento dei consumi in Italia, pari a un +2,9% in valore e un +1% in volume.
Ancora più significativo è stato l'apprezzamento all'estero: benché non sia possibile distinguere tra grana padano e parmigiano reggiano, i dati aggregati Eurostat evidenziano un +16,2%.
Un trend assolutamente positivo, soprattutto nell'ambito dei 13 paesi legati all'euro, dove si riscontrano i maggiori incrementi di consumo, mentre su paesi extra Ue soffriamo la rivalutazione dell'euro sulle altre monete.

Quali sono le strategie per valorizzare il prodotto in Italia? E all'estero?

Sport, bimbi e anziani sono i tre pilastri della comunicazione in Italia. Infatti, abbiamo deciso di orientarci a un posizionamento di mercato diverso, con sponsorizzazioni insieme al Coni per le Olimpiadi in Cina e a fianco della Squadra olimpica fino al 2010. E, avvalendoci del supporto di alcune Università abbiamo puntato a una enfatizzazione delle peculiarità organolettiche e nutrizionali del parmigiano reggiano sia nell'ambito della pediatria sia in quello della geriatria. All'estero, dove il rapporto prioritario è con importatori locali, giochiamo sul riconoscimento internazionale del nostro prodotto, avvalendoci di media locali, dove siamo presenti in servizi dedicati alla cucina. Ci avvaliamo però anche della collaborazione della distribuzione locale, dove spingiamo per effettuare promozioni. E, il budget stanziato per il 2008, è pari a 8 milioni di euro per i mercati esteri e a 5 milioni di euro per quello nazionale.

L'ultima sentenza della Commissione europea, che ribadisce il divieto dell'utilizzo del nome parmesan, è un reale freno alla contraffazione?

Con quella sentenza abbiamo vinto sul piano della protezione, ma abbiamo bisogno che la legge attuale sia modificata, per andare a colmare alcune lacune. Occorre, per esempio, che ogni paese dell'Unione abbia l'obbligo di tutelare tutti i singoli prodotti Dop e Igp, indipendentemente dal fatto che siano o meno prodotti in quel paese. La tutela delle Dop sta assumendo rilievo anche all'interno della Commissione europea. Però, anche la politica deve assumersi delle responsabilità: il 26 febbraio il governo italiano si è impegnato per portare al tavolo dell'Ue la modifica della legge su questi principi di base.

Pomì presenta una ricerca sulla sostenibilità

Quanto vale, secondo il consumatore, un'agricoltura sostenibile, in un contesto di totale controllo della filiera? Come si può superare il timore degli Ogm?
A queste e altre domande risponde la ricerca realizzata da Interactive Market Research in collaborazione con Pomì (Boschi Food& Beverage), che sarà presentata oggi, 5 maggio alle 16, nella sala stampa delle Fiere di Parma.
Tra i punti caldi della ricerca emerge che il consumatore desidera un prodotto naturale, senza coloranti o conservanti e, soprattutto, senza Ogm. Ma l'analisi di Interactive Market Research dimostra come sia ancora diffusa una conoscenza approssimativa del problema Ogm. Infatti, il 71% degli intervistati è in grado di scrivere correttamente l'acronimo Ogm, ma, sebbene il 55% del campione abbia un netto atteggiamento di contrarietà, una percentuale elevata (33%) risponde “non so” alle domande legate al tema della salute, rimarcando un importante 20% di disinformati.

“Pomì -dichiara Marco Crotti, presidente di Boschi Food&Beverage- si è fatto promotore di questa iniziativa, di interesse scientifico e sociologico, perché crede nell'importanza di sensibilizzare operatori e consumatori sul ruolo fondamentale della filiera agro-alimentare per l'equilibrio naturale dell'ambiente. Un dialogo con il consumatore sui temi dell'agroalimentare del futuro è un serio impegno che la nostra azienda intende assumersi”.

Gfk e Tns, matrimonio nelle ricerche di mercato

Tns e Gfk, due giganti mondiali della ricerca, hanno confermato la volontà di unirsi in forma paritetica per dar vita a quello che sarebbe il secondo player del settore a livello globale.
Dal merger, soggetto alle necessarie valutazioni delle Autorità antitrust, nascerebbe GfK-Tns, con a capo in qualità di chief executive officer l'attuale uomo al vertice di Tns, David Lowden. Hajo Riesenbeck e Donald Brydon, chairman, rispettivamente, di GfK e TNS, diventerebbero co-chairmen. L'operazione offre ai due gruppi l'opportunità di estendere la propria presenza nei mercati emergenti: Asia, America Latina ed Europa dell'Est in particolare.
Il merger avverrà anche in Italia, dove operano GfK Eurisko e Tns Infratest. La prima realtà è frutto dell'acquisizione di Eurisko da parte di GfK operata a fine 2004, mentre la seconda è nata da un'analoga operazione compiutasi, sempre 4 anni, fa tra Tns Abacus e NFO Infratest.
Nel nostro paese l'integrazione dei due gruppi dovrebbe salvaguardare, nella nuova denominazione, la sigla di Eurisko, in ragione del “peso” sul nostro mercato dell'istituto, leader nel segmento delle ricerche sul consumatore con un fatturato 2007 di circa 52 milioni di euro.
Sempre in queste settimane, l'istituto guidato da Lucchi sta concludendo l'operazione che porterà a integrare nel gruppo GfK Panel Services, che diventerà una business unit di Gfk Eurisko. È ancora da decidere se, poi, continuerà ad agire con il proprio attuale nome o se offrirà i propri servizi come GfK Eurisko.

Le joint venture non funzionano in Cina

È recente l'annuncio dell'uscita di Fiat dalla joint venture (Jv) con Nanjing. Attratta nell'orbita di Saic, cioè della principale impresa automobilistica cinese, Nanjing si è mostrata reticente alle richieste di investimenti in nuovi prodotti e iniziative commerciali avanzate dal socio italiano. La lista dei fallimenti, o almeno “logoramenti”, di joint venture in terra cinese include nomi eccellenti come Peugeot, Foster's (birra), Fletcher Challenge (acciaio), insieme a molti altri nelle telecomunicazioni. E sono inoltre diversi i casi di imprese che rivedono la loro presenza in Cina dalla forma joint a quella wholly, cioè rinunciano a un partner locale per diventare interamente proprietarie (e padrone) del business. Le alleanze costituiscono matrimoni di convenienza e, dunque, sopravvivono fintanto che questa convenienza sussiste per entrambe le parti. Se questo è vero in generale, lo è ancora di più in un contesto come quello cinese, dove la mutevolezza del contesto industriale e legislativo può modificare rapidamente il bilancio delle convenienze. La Wholly Foreign Owned Enterprise (Wfoe) è società a esclusivo capitale straniero, capitale che può essere conferito in valuta estera, macchinari e impianti, diritti di proprietà industriale, tecnologia e know how. I conferimenti in diritti reali e know how non possono comunque superare il 20% del capitale sociale.

L'evoluzione
In passato questa seconda soluzione era osteggiata dal governo cinese, interessato ad accompagnare gli operatori esteri con soggetti locali capaci di assorbirne imprenditorialità e know how. Per restare al settore automobilistico, la joint venture era una scelta obbligata e anche numericamente limitata (non più di due). In seguito all'ingresso della Cina nel Wto, molti di questi vincoli sono stati rilassati. Due sono i principali vantaggi della Wfoe. Primo, maggior autonomia e rapidità decisionale, non essendoci una controparte (cinese) con cui dover condividere ogni scelta. Una controparte che spesso presenta motivazioni diverse da quelle occidentali e collocate su un orizzonte di (più) breve periodo. Secondo, maggior controllo sul know how e tecnologia trasferiti in Cina, e dunque minori rischi di espropriazione della proprietà intellettuale. D'altra parte, una joint venture consente eventuali contenziosi legali tra parti entrambe cinesi. Tuttavia la totale proprietà estera, e dunque l'assenza di un partner, può generare problemi di inserimento nel contesto locale, con possibili difficoltà di approvvigionamento, reclutamento, legittimazione sociale e tutela legale. Aspetti non irrilevanti in un ambiente dove l'appartenenza relazionale (“guanxi”) costituisce una criticità importante del business. Esistono inoltre alcuni benefici fiscali (e più in generale agevolazioni governative) rivolte alle Jv e assenti per le Wfoe.

(*) Università di Udine

VANTAGGI

JOINT VENTURE
• Presenza di partner autoctoni che possono garantire un miglior inserimento nel contesto industriale locale e e alcuni benefici fiscali
• Superiore protezione in caso di contenzioso

WHOLLY FOREIGN OWNED ENTERPRISE
 • Maggior livello di controllo
• Flessibilità strategica e operativa
• Riduzione del rischio di perdere know how

SVANTAGGI

JOINT VENTURE
• Decisioni necessariamente condivise
• Obiettivi non convergenti
• Partner problematici
• Sottrazione di tecnologia proprietaria

WHOLLY FOREIGN OWNED ENTERPRISE
• Investimenti
• Costi di switching
 • Tempi superiori

*Università di Udine

Dalle salse ai sughi freschi, il brand Biffi trova nuovo slancio

Il trend dei consumi premia i cibi freschi ed ecco che un'azienda storicamente attestata in area grocery qual è Formec Biffi, che da sempre fonda il proprio core business sulla produzione di salse -sia a marchio proprio (Biffi per il canale gdo e Gaia per il canale catering/horeca) sia soprattutto a marchio dell'insegna- da alcuni anni ha deciso di puntare con decisione sul mercato dei sughi freschi.

Ricettazioni esclusive
“Tutta la gastronomia fresca è un comparto che gode di ottima salute -commenta il direttore generale Filippo Benvenuto- perché da un lato le famiglie moderne hanno sempre meno tempo per cucinare e dall'altro i prodotti freschi consentono di ottenere un effetto home made più elevato rispetto ai cibi conservati. E un sugo fresco, specie se offre il plus di una ricettazione particolarmente curata e magari originale, è un favoloso facilitatore in cucina: il tempo di cuocere la pasta e si è subito pronti a portare in tavola una pastasciutta da chef”.

Inaugurata 6 mesi fa, la linea dei sughi freschi Biffi si compone oggi di 12 referenze: 4 pesti, 4 a base di pesce e 4 specialità, tutte in monovaschetta da 85-90g -formato ideale per condire due porzioni di pasta- che conservate a 0-4 °C offrono una shelf life di 90gg. “Si tratta di ricettazioni esclusive -sottolinea Benvenuto- studiate dal nostro laboratorio di R&S per differenziarci dai principali competitor del mercato, che vivendo i sughi come prodotto di complemento sono invece attestati principalmente su ricette più classiche”.

Rotazioni elevate
Il posizionamento prescelto dall'azienda per i sughi freschi è in fascia premium, ma nonostante il prezzo medio di un 10-20% superiore a quelli dei leader, i prodotti stanno dando grandi soddisfazioni all'azienda lodigiana, che infatti sta già lavorando a nuove ricettazioni. “L'ampiezza di gamma è importante -spiega Benvenuto- per fidelizzare lo zoccolo duro degli shopper più altoconsumanti, ma soprattutto per rafforzare il posizionamento del brand Biffi come specialista nel segmento. Anche se nella maggior parte dei casi, andiamo a scaffale con 3/4 facing e quindi con i prodotti più altovendenti, ovvero il pesto senz'aglio, il sugo radicchio e speck e il sugo all'astice, che stanno evidenziando rotazioni sorprendenti”. Insomma, non che Formec Biffi -che ha chiuso il 2007 con un fatturato di 49 milioni di euro (+13% sul 2006)- abbia deciso di cambiar pelle, anzi, forte di una struttura molto flessibile, intende continuare a presidiare le diverse aree di business. Per il 2008, l'obiettivo è arrivare a un giro d'affari di 60 milioni di euro, composto per il 47% dalla produzione a marchio proprio, per un altro 40% dalla produzione contoterzi e per il restante 13% da un'altra attività ormai "storica" dell'azienda: quella di confezionamento e distribuzione dei prodotti Solvay (bicarbonato). “Per tutto il 2008 -afferma Benvenuto- concentreremo i nostri sforzi sull'allargamento distributivo e sulle esposizioni preferenziali, dopodiché potremo passare a investire in comunicazione consumer”.

La ricetta anticrisi si chiama qualità

“Cibus è fondamentale per la diffusione del Made in Italy alimentare, per le piccole e medie imprese”. Così Giandomenico Auricchio, presidente Federalimentare, riafferma l'importanza strategica della rassegna parmense.

Il Cibus certo non arriva in un buon momento ...
Gli ultimi 12 mesi ci hanno costretto a fare i conti con fenomeni ingenti per alcuni comparti dell'agroalimentare italiano: l'aumento esponenziale dei prezzi di alcune materie prime; l'attacco, spesso ingiustificato, dei media sulla sicurezza alimentare; gli effetti negativi derivati da una politica agricola mondiale che non sempre tiene conto delle esigenze di approvvigionamento dell'alimentare. Ci sono anche novità positive, che mostrano il grande dinamismo delle imprese italiane e la loro capacità di confrontarsi con il mercato.
Il prezzo non diventerà un fattore discriminante?
Oltre la stagnazione dei consumi e da difficoltà degli italiani con minore capacità di spesa ad arrivare alla fine del mese, esistono segnali interessanti di consumi dinamici e di target emergenti di consumatori. Non tutti i “carrelli della spesa”, infatti sono in flessione: esiste una tendenza alla crescita del carrello dei prodotti “etnici”, “salute”, “pronti” e una buona tenuta di quello “lusso”.

Emergenze alimentari: come evitare crisi come quelle della bufala?
Nonostante le crisi, più mediatiche che reali, la sicurezza dei nostri prodotti non è in discussione e nessun Paese al mondo può vantare una qualità alimentare superiore alla nostra. Nostro obiettivo è potenziare la comunicazione a tutela dell'immagine delle nostre imprese che ogni anno investono circa 3 miliardi di euro in sicurezza.

Cosa si sta facendo contro il falso made in Italy?
L'industria alimentare deve fare i conti con il problema dell'“italian sounding”: cibi e bevande che nel mondo vengono prodotti e venduti utilizzando in maniera impropria parole, immagini, marchi e ricette che si richiamano all'Italia: un fenomeno con un giro d'affari di 52 miliardi di euro l'anno. Venendo poi ai risultati positivi cito l'esempio più recente. Come presidente del Comitato per la tutela dei marchi e la lotta alla contraffazione di Confindustria ho accolto con entusiasmo la vittoria di Ferrero in Cina: la contraffazione, anche in un paese lontano e difficile può essere attaccata e vinta anche semplicemente adottando le leggi in vigore.

Cresce l’Rfid nella filiera agroalimentare

La tecnologia Rfid, grazie alle possibilità di monitoraggio e tracking offerte, sta diventando oggetto di applicazioni e sperimentazioni sempre più frequenti nella filiera agroalimentare. Fra i progetti più attuali figura l'Rfid Logistcs Pilot, avviato presso l'Rfid Lab dell'Università di Parma, che ha l'obiettivo di testare sul campo e verificare a livello di filiera i benefici derivanti dall'utilizzo dell'identificazione in radiofrequenza e del sistema EpcGlobal. Al progetto aderiscono realtà quali Auchan, Chiesi, Cecchi Corriere, Conad, Danone, Grandi Salumifici Italiani, Goglio, Nestlé, Number 1, Lavazza, Parmacotto, Parmalat.

Un progetto di filiera

La filiera oggetto del pilota coinvolge un produttore, il suo magazzino prodotti finiti o quello di un operatore logistico, il cedi del distributore e i relativi punti di vendita. Su oltre 20.000 cartoni di prodotto verranno applicati tag Rfid all'uscita delle linee di produzione, in cui verrà codificato il seriale univoco Sgtin. Il flusso di cartoni e pallet, anch'essi identificati mediante tag Rfid e seriale Sscc, verrà quindi tracciato attraverso magazzini e depositi fino allo scaffale del pdv. Una volta rilevate dal campo, le informazioni di tracciabilità relative a pallet e cartoni verranno scambiate e condivise dai sistemi informativi mediante i meccanismi dell'Epc Network. La sperimentazione sul campo coinvolgerà la base logistica di Mamiano (Pr) di Parmacotto, il centro di distribuzione di Calcinate (Bg) e i pdv Auchan di Curno (Bg) e Rescaldina (Mi).

Cold Chain Pilot

Un altro progetto che vede protagonista l'Università di Parma è il Cold Chain Pilot, che mira a studiare e
realizzare il monitoraggio della temperatura nella catena logistica frutticola post-raccolta
per il mantenimento della catena del freddo. L'iniziativa si inserisce nell'ambito delle attività previste dal progetto Frutticoltura Post Raccolta, presentato da CRPV, Centro Ricerche Produzioni Vegetali e da una ventina di partner accademici e industriali, e finanziato dalla Regione Emilia Romagna. Il progetto, finalista all'edizione 2008 dell'Rfid Italia Award, è stato realizzato coinvolgendo 2 centri di distribuzione della Cooperativa Emiliafrutta (Apo Conerpo) e 6 pdv con lo scopo di monitorare, tramite Rfid, la temperatura delle ciliegie di Vignola durante l'attraversamento dell'intera cold chain fino alla consegna ai clienti nei punti di vendita NordiConad.
L'Università di Parma unitamente a Di.Tech, fornitore di soluzioni informatiche, si è occupata della supervisione del progetto, dell'implementazione del software di elaborazione e dell'analisi dei dati. Montalbano Technology ha fornito i tag con sensori di temperatura e Feig Electronic i reader.
Il progetto, condotto nel 2007, ha avuto una durata di un mese in coincidenza con il periodo di raccolta delle ciliegie di Vignola in Italia. Durante tale periodo, i partner del progetto hanno taggato circa 120 cassette, applicando a ciascuna un sensore di temperatura Rfid. E' stato utilizzo un tag di tipo semiattivo, dotato di batteria e operante a 13,56 MHz in conformità agli standard Iso 15693. Il tag, attivato al momento del confezionamento delle ciliegie presso la cooperativa ApoConerpo tramite un reader, iniziava a memorizzare coppie di dati tempo/temperatura all'interno del chip. Alla fine della cold chain, i tag sono stati fatti pervenire all'Università di Parma da ciascun pdv, dove sono stati acquisiti, tramite un secondo reader, i dati tempo/temperatura memorizzati in ciascuno di essi. Al termine dell'acquisizione e rimozione dei dati, i tag sono stati quindi rispediti al produttore ApoConerpo per essere riutilizzati. Un terzo reader è stato, infine, utilizzato per disattivare i tag presso i pdv a conclusione della fase di vendita delle ciliegie di Vignola.

Saturn adotta il modello internazionale, con declinazioni local e ambientaliste

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Federdistribuzione contro il caro prezzi

Contro il caro prezzi, le insegne di Federdistribuzione dal 2 maggio si impegnano a inserire in ogni promozione almeno una referenza per ognuna delle categorie di prodotto che, oltre a essere quelle più colpite dal rialzo dei prezzi, nel contempo rappresentano le principali voci di spesa delle famiglie, raccogliendo il 30% degli acquisti abituali effettuati in un supermercato.

Gli sconti saranno compresi tra il 10 e il 40% e saranno effettuati da oltre 13.000 esercizi. Le aziende daranno adeguata evidenza all’operazione, eventualmente anche attraverso apposite vetrofanie e/o cartellonistica, che segnaleranno le categorie di prodotti che i consumatori troveranno sullo scaffale a prezzo scontato.
"Con questa iniziativa vogliamo fornire con certezza alle famiglie opportunità d'acquisto con sconti rilevanti sulla spesa effettuata regolarmente", ha commentato Paolo Barberini, Presidente di Federdistribuzione, "dando in questo modo un forte segnale alle famiglie italiane di responsabilizzazione del settore e fiducia e positività per il loro futuro". L'iniziativa sarà in essere fino alla fine del 2008.

La creatività diffusa favorisce l’innovazione

Alla fine degli anni '80 (così come oggi) innovazione e invenzione coincidevano: trovare nuovi prodotti/servizi era considerato la chiave di volta per sbaragliare i concorrenti nel mercato. E gli investimenti in Ricerca e Sviluppo aumentavano, per mettere a disposizione dell'inventore le risorse necessarie a scoprire nuovi ritrovati della scienza e della tecnica. La conclusione sembrava ovvia: esiste un legame diretto e proporzionale tra i budget spesi per inventare nuovi prodotti/servizi e i ritorni economici per l'azienda. Negli anni '90 questo trend ha subito un brusco stop; in diversi settori di mercato, all'aumento dei budget in R&D non è corrisposto un aumento in ritrovati e scoperte, sia perché i successi in termini di prodotti inventati progrediscono in maniera non lineare, sia perché nuove barriere si frappongono per la scoperta di sempre più rivoluzionarie invenzioni. Inoltre, l'inventore è una merce costosa e rara; spesso è un individualista che agisce da solo. La risposta allo “stallo delle invenzioni” è stata il passaggio a un numero più ampio di persone: affidarsi a manager capaci di perseguire la creatività aziendale. La competenza distintiva per i manager è rappresentata dal Pensiero Laterale in grado di generare nuove idee e concetti; un pensiero esplorativo che procede per “salti”, differenziandosi dal Pensiero Verticale che é invece logico, selettivo e sequenziale.

Dal manager creativo alla creatività diffusa
 Benché si sostenga che la creatività non sia una dote innata, ma una competenza che può essere modellata attraverso percorsi formativi, i manager creativi rimangono un manipolo ristretto nel mercato del lavoro e diventano l'obiettivo principale delle ricerche di personale delle aziende, che se li rubano vicendevolmente (la guerra dei Talenti). Si fa largo l'idea che non debbano operare solo pochi “specialisti della creatività”, ma che la propensione a generare idee debba essere ricercata fra tutta la popolazione dell'organizzazione, di qualsiasi ruolo e livello professionale. Tutte le risorse umane vengono finalmente riconosciute come “materia prima della creatività”. È questa “creatività diffusa”, questa ricerca delle idee allargata a tutta la popolazione aziendale, che costituisce l'approccio all'innovazione, non legata al genio dell'inventore e a una stretta cerchia di manager superdotati, ma dipendente dalla capacità dell'organizzazione di far leva su tutte le risorse della popolazione per generare il “pensiero laterale”. È necessario, quindi, che l'azienda ponga in atto una serie di politiche che facilitino l'insorgere di nuove idee, che ne premino la proposizione, che non le affossino quando non sono in linea con la logica sequenziale sempre adottata (considerando quindi anche l'errore o l'insuccesso come eventualità possibili e accettabili).

Innovazione e competitività
Nel panorama delle aziende che il Great Place To Work Institute Italia ha indagato in questi anni, non mancano esempi significativi di società che hanno fatto della capacità di sfruttare le doti di innovazione delle persone un valore aziendale e uno strumento essenziale della propria competitività. Il vero problema è però rappresentato dal fatto che molti imprenditori e manager non ne sono convinti... spesso si sente ancora dire che solo la competizione stimola l'innovazione. La semplificazione pare eccessiva: se la mancanza di competizione può generare immobilismo, non è esclusivamente la competizione esasperata che può far nascere una forte spinta all'innovazione. A dimostrazione di ciò, basta guardare il panorama che ci circonda: la competizione c'è, è serrata, … Ma l'innovazione? Ed allora si invocano gli investimenti in ricerca e sviluppo - che sono sacrosanti - ma che da soli non possono garantire i risultati attesi.  


*Amministratore Delegato Great Place to Work Institute Italia

L’evoluzione di Aiazzone

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Da Novaterra i nuovi frollini formato topolino

Golosità e simpatia per tutti i bambini e le loro famiglie.
Adatti a tutti coloro che desiderano consumare prodotti dietetici sani e gustosi nonché ai consumatori celiaci intolleranti al glutine, Novaterra lancia Mickey ChocoCookies, frollini di riso con gocce di cioccolato privi di glutine. La novità si presenta in un allegro sacchetto decorato con i personaggi Disney; gli stessi biscotti sono a forma di Topolino.
Previsto un ricco piano di comunicazione mirato: raccolta punti, sito web, pubblicità trade e consumer.

Montagna propone la piccante ‘Nduja calabrese

Novità saporita per tutti gli appassionati di gustosi alimenti della tradizione gastronomica regionale. E' la 'Nduja calabrese, morbido impasto di carni di suino aromatizzate con peperoncino piccante ed affumicate al naturale con legno di faggio: si consuma spalmata sul pane, sulla bruschetta o sulla pizza, oppure in cucina, come ingrediente di sughi stuzzicanti. Montagna -il produttore- presenta la versione originale della 'Nduja, confezionandola in un pack studiato su misura per le esigenze della distribuzione moderna (involucro SV da 100 g in scatola innovativa, che garantisce una shelf-life di 180 giorni). Con l'obiettivo di supportarne il sell-in e il sell-out, l'azienda ha definito un ricco piano di operazioni promozionali ad alto potenziale di redemption.

Da Formec Biffi il nuovo Pesto Fresco Senz’aglio

Un condimento classico rivisitato in termini di qualità e modernità. Il Pesto Fresco Senz'Aglio Biffi è una specialità premium price preparata con basilico genovese dop solo di primo o secondo sfalcio lavorato a crudo, il che consente di mantenerne la freschezza e l'aroma naturale;
inoltre, il prodotto non viene pastorizzato e non contiene conservanti né coloranti. Il pack conferisce un ulteriore valore aggiunto al contenuto: una vaschetta trasparente in polipropilene da 85 g chiusa da una capsula in alluminio personalizzata ed avvolta in un cluster elegante e comunicativo, nel rispetto dell'immagine di qualità che caratterizza il brand; sul retro della confezione, sono indicati l'intera gamma di sughi freschi in monovaschetta Biffi ed alcuni consigli per l'uso ottimale

Salumificio Castoldi invita all’assaggio di Bresaolino

Focus sulle moderne tendenze alimentari. Bresaolino -ultima novità lanciata da Salumificio Castoldi- è un insaccato stagionato di puro bovino a basso contenuto di grasso e privo di fonti di glutine e lattosio, quindi altamente digeribile anche per gli intolleranti. Presentato in tre versioni -tranci da 200 g SV e da g 800/1000 SV e preaffettato in vaschetta ATM da g 100- il prodotto ha per target un consumatore attento alla qualità degli alimenti e al controllo della dieta ma anche all'innovatività del concept e alla praticità d'uso. La migliore garanzia viene dal produttore, azienda specializzata in salumi tipici del Lodigiano che concretizza il binomio tradizione-tecnologia e l'accurata selezione di materie prime offrendo al mercato proposte di alto profilo.

Valbona lancia Farciriso, mix di verdure per condire

Per una tavola ricca di prodotti buoni e sani. Farciriso Valbona è il brand che contrassegna 2 condimenti per riso composti da 12 ortaggi selezionati e lavorati secondo tradizione, così da preservare il gusto e la freschezza delle verdure appena colte. Il prodotto, facile e pronto da usare, si presenta nella variante in olio di semi di girasole e nella versione Delicato (senza olio): la prima è adatta a chi ama i sapori decisi; la seconda, invece, a chi ricerca alimenti semplici ma gustosi. Due le opzioni anche nel packaging: formato da 580 ml o da 314 ml in cluster da 3 pezzi. Su entrambi campeggiano l'icona Made in Italy -garanzia di tradizione e provenienza- e la specifica “solo le migliori verdure”, ad indicare la meticolosità nella selezione degli ingredienti

Sojasun estende il menu con i Medaglioni alla piastra

Il piacere di mangiare vegetale. La linea gastronomica Sojasun si arricchisce di un'ulteriore novità: i Medaglioni alla piastra “Pomodoro e Basilico”, pietanza a base di soia ricca di acidi grassi essenziali e proteine vegetali, priva di colesterolo, senza coloranti né conservanti, non Ogm; inoltre, risulta facilmente digeribile e contiene soltanto 145 kcal per 100 g. Il prodotto si dimostra molto adatto all'alimentazione di adulti e bambini e può costituire, quindi, una soluzione appetitosa per il pranzo di tutta la famiglia. I Medaglioni Sojasun si presentano porzionati in 4 comode vaschette con 2 medaglioni ciascuna -così da consentire di selezionare sempre la quantità desiderata- e sono molto pratici da preparare: in padella, cuociono in soli 8 minuti

Sanyo Xacti E10: 10 megapixel e zoom ottico 5x

Un piccolo gioiello tecnologico. Così Sanyo descrive la Xacti E10, nuovissima fotocamera compatta, maneggevole, dotata di un elegante telaio in alluminio, in grado di scattare foto con risoluzione massima di 10 megapixel. Adatta ad ogni tipo di situazione, grazie allo zoom ottico 5x ed al sistema anti-shake garantisce risultati di ottima qualità; il dispositivo touch sensor, dal canto suo, assicura una messa a fuoco semplice e immediata. La Xacti E10 realizza, quindi, una fusione tra accorgimenti estetici e performance funzionali, così da soddisfare anche i fotografi amatoriali più ambiziosi. L'apparecchio -coperto da garanzia di 3 anni- da aprile 2008 è reperibile presso i negozi specializzati nei colori nero e argento, al prezzo di 199,00 € (IVA inclusa).

Rinaldo Franco distribuisce in esclusiva Disney Pets

Dopo la gamma Snoopy, è tempo di Disney Pets. Questo è il nome della linea di accessori per cani e gatti commercializzata in esclusiva presso tutti i canali distributivi da Rinaldo Franco, azienda leader nel comparto petcare con oltre 50 anni di esperienza e 5mila articoli a catalogo. Composta da 4 referenze gatto (decorata con gli Aristogatti) e 14 cane (con i protagonisti di Lilly e il vagabondo), la gamma-novità attrae i proprietari di animali domestici con la simpatia dei personaggi Disney ed i retailer assecondando la tendenza a proporre articoli ricercati e griffati. La linea -che beneficerà di una campagna pubblicitaria di lancio sulle principali riviste trade- a pdv si posiziona nell'offerta permanente o fuori banco per particolari iniziative promozionali.

Reckitt Benckiser “esegue” Air Wick Symphonia

Promette di regalare un'inedita esperienza olfattiva. Air Wick Symphonia -diffusore elettrico che alterna due profumazioni- nasce nei mix Viola rilassante (che intervalla lavanda e camomilla con lavanda bianca) ed Azzurra rinfrescante (che avvicenda brezza del mattino e freschezza di bucato) ma funziona perfettamente con tutte le altre fragranze elettriche Air Wick: così ogni utilizzatore è libero di creare la propria armonia di profumi, scegliendoli da un'ampia gamma. Symphonia è dotato di due cursori indipendenti per regolare a piacimento l'erogazione delle fragranze; led luminosi segnalano quale delle due ricariche è in funzione. Se si desidera aumentare l'intensità di diffusione, si può azionare il pulsante X-press, che garantisce un'extra profumazione per 15'

Pucci lancia Gramado, il cioccolato per l’estate

Cioccolato al gusto dei tropici. Gramado è una nuova linea di cioccolato -lavorato secondo una ricetta tradizionale brasiliana- offerto in tavolette da 85 g confezionate in astucci curati e vivacemente colorati. Il prodotto nasce dalle competenze tecniche e dalla capacità di sperimentare e proporre soluzioni innovative che la divisione dolciaria di Pucci ha maturato nel corso degli anni. Gramado si ottiene partendo da una massa di cacao di alta qualità, lavorata a freddo senza l'utilizzo di macchinari di raffinatura e tempera, a cui si aggiunge lo zucchero di canna, in grado di donare quella freschezza e croccantezza che lo destagionalizzano rispetto ai competitor. Fra le 8 varietà della gamma, molto originali le tipologie lime, banana e brigadeiro (dolce tipico brasiliano).

Kodak perfeziona le cornici digitali Easyshare

Garantiscono una visualizzazione delle immagini molto più personalizzata ed intuitiva. Le nuove cornici digitali Kodak Easyshare -disponibili nelle versioni 10 pollici, 8 pollici multimedia e standard 7 pollici- presentano un design moderno ed una serie di caratteristiche innovative, fra cui l'area comandi a sfioramento: il Quick Touch Border permette -grazie a un tocco o allo scorrimento del dito- di compiere operazioni lasciando lo schermo senza impronte e macchie. Inoltre, il nuovo software Kodak Easyshare Digital Display -oltre ad organizzare e stampare le foto- facilita il trasferimento dei contenuti dal pc alla cornice. Le immagini, visualizzate in formato HD (modalità 16:9), risaltano nei display Lcd a colori, che utilizzano la tecnologia Kodak Color Science.

Intermec punta sulla stampante portatile PB50

Verso soluzioni di mobile computing a pacchetto. Intermec ha introdotto la PB50, prima stampante portatile wireless che consente agli operatori di ottenere etichette, ricevute e tag utilizzando, ovunque sia necessario, connettività Bluethoot e WLAN. La novità -che integra batteria ad alto voltaggio, alta velocità di stampa, capiente memoria Flash- fa parte della gamma Intermec supportata da tecnologia SmartSystem: questa è una piattaforma software che garantisce sviluppi, configurazione e gestione dei dispositivi Intermec, incluse le serie di computer palmari CN3, 700, CK61 e di scanner Bluethoot SR61 e SF51. L'acquisto di apparecchi portatili presso un unico fornitore affidabile presenta il vantaggio di dover gestire un solo contratto ed un'unica interfaccia

GIO’STYLE reinventa il frigorifero elettrico

Inseparabili compagni di gite, pic-nic, campeggi. I 3 nuovi frigoriferi elettrici di GIO'STYLE -che compongono la linea High Power- appagano l'occhio sul piano del design e, nel contempo, promettono elevate performance con bassi consumi energetici: la garanzia di prestazione deriva dal gruppo refrigerante perfezionato e dall'isolamento Isofoam.
Il modello Business Class -disponibile nella versione 30 l, che permette di stivare bottiglie da 2 l- è dotato di un pannello di controllo soft touch per gestire la temperatura interna; risulta, inoltre, predisposto per il rilevamento della temperatura esterna e l'accensione programmata. Tutte le varianti sono munite di doppio cavo di alimentazione da 230 volt per la casa e da 12 volt per l'auto.

Dermogella: linea di solari per ogni tipo di pelle

Abbronzatura sicura per tutti. Dermogella -brand del gruppo Dermogroup, distribuito in esclusiva da Arcasa- presenta una linea di solari espressamente studiati per rispondere alle varie esigenze di fotoprotezione e fotosensibilità della pelle.
La gamma comprende le creme Protezione Alta SPF 30, indicata per pelli chiare e delicate, Protezione Media SPF 15 -adatta per pelli già parzialmente abbronzate o scarsamente fotosensibili- e Protezione Bassa SPF 10, per pelli già abbronzate, senza problemi di pigmentazione. A queste si aggiungono il Doposole Family, dalla spiccata azione idratante, emolliente e rinfrescante, e -ultima novità- Dermogella Bebé Latte Solare, prodotto ad alta protezione (SPF 30) creato per proteggere la pelle delicata e sensibile dei bambini

Dalter fa il punto sulle grandi performance 2007

Il 2007 è stato un anno positivo per Dalter Alimentari, realtà leader nel confezionamento di formaggi grattugiati e porzionati freschi per l'horeca e l'industria alimentare. L'azienda ha fatto segnare una crescita pari al 12% a volume e al 14% a valore, con un fatturato a quota 24,3 milioni di euro; particolarmente rilevanti le performance di alcuni pack, come le bustine monodose (+73,6%), e -a livello di tagli- di filetti e cubetti. I plus all'origine del successo restano l'ampiezza di gamma, l'alto contenuto di servizio dei prodotti e la politica di qualità. Per il 2008, due le direttrici di sviluppo: la penetrazione di nuovi mercati esteri e l'affermazione dell'azienda come centro di competenza per l'industria alimentare ed il foodservice (consulente nei formaggi porzionati).

Italian Food Excellence

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